Il nemico invisibile, Covid-19, continua a fare paura al mondo intero. Ogni giorno nuovi casi di contagio con vittime.
A combattere sul campo H/24 contro il Coronavirus tutto l’apparato sanitario senza un attimo di respiro. Dalla loro resistenza fisica dipende la vita di coloro che sono contagiati. Sanitari in trincea lasciati senza adeguati mezzi di protezione nonostante le continue segnalazioni dei responsabili provinciali FIMMG, dott. Giuseppe Varrina, dott. Pietro Vasapollo.
“I DPI protettivi necessari allo svolgimento regolare dell’attività̀ medica in Continuità Assistenziale non sono ancora stati consegnati – affermano i due medici. Inoltre si fa presente che i DPI che sono in consegna al momento ai Medici di Assistenza Primaria sono largamente insufficienti alla prevenzione della infezione da SARS-CoV-2, nella fattispecie:
– le protezioni facciali (fornite in numero infinitesimale rispetto alle necessità) sono probabilmente inferiori persino alle mascherine chirurgiche come protezione offerta (si fa inoltre presente che le mascherine chirurgiche non sono DPI adeguati a proteggere gli operatori, ma vanno fatte indossare ai pazienti infetti o potenziali per non diffondere alte cariche virali);
– non sono presenti occhialini;
– non sono presenti calzari, nè camici monouso;
– il numero di guanti è insufficiente;
– il disinfettante mani è quasi terminato e non vi sono scorte disponibili.
Si ricorda inoltre che, pure nella migliore delle ipotesi che tali presidi fossero consegnati in tempi brevi, l’attività della CA e della MG sarebbe comunque orientata al solo obiettivo di visitare i pazienti SANI e non sospetti o peggio affetti dal virus SARS-CoV-2(***); per tali casi sarebbe necessario attivare delle unità speciali, composte da équipe addestrate, veicoli e presidi appositi e deputate alla gestione specifica della COVID19.
Il rischio concreto è che, operando nelle condizioni attuali, non solo il medico sia esposto a rischi elevatissimi di contagio, ma diventi egli stesso vettore infettivo nei confronti di pazienti non nCoV-positivi prima del contatto con l’operatore.
Pertanto, si afferma che l’unica attività che è consigliabile che la CA svolga è quella di triage e consulenza medica telefonica per il territorio di competenza, evitando l’attività clinica frontale da rimandarsi a quando i medici potranno evitare di contagiarsi e/o contagiare i pazienti a contatto. In ogni caso, anche in presenza dei DPI idonei (peraltro attualmente assenti) la gestione “fisica” di casi sospetti e confermati di COVID19 (vedi ***) non può essere di competenza dei MMG e MCA, i quali dovrebbero gestire altre patologie e solo in caso di ragionevole sicurezza di nCov-negatività. Si notifica che OGNI attività clinica è comunque a rischio in quanto, in epoca di pandemia, ogni paziente andrebbe considerato infetto sino a prova contraria, dato anche il lungo tempo di incubazione e l’elevata incidenza di casi asintomatici; ma il rischio di contagio si riduce a livelli ragionevoli se paziente nega contatti con malati, asintomatico e in presenza di DPI adeguati.
In attesa di una risposta dalle Autorità Competenti, si invia tale documento alla Prefettura, alla Azienda Sanitaria Provinciale KR, per conoscenza ai colleghi Medici e operatori sanitari tutti, ai mezzi stampa per conoscenza dei cittadini”.