“Occorre eliminare il divieto di utilizzo del glisofate che pesa solo sul bilancio delle aziende agricole calabresi senza avere alcuna base scientifica per mantenere in vigore questa prescrizione”. Così Alberto Statti, presidente di Confagricoltura Calabria, sulla previsione contemplata dalla delibera regionale emanata nel 2016 che ha proceduto all’aggiornamento dei disciplinari di produzione integrata facendo divieto dell’uso di questo erbicida. “È una previsione – sottolinea – che chiaramente ha solo una base ideologica senza che vi sia nessun elemento per limitarne l’utilizzo. Infatti la Calabria è l’unica regione italiana a stabilire che venga escluso l’erbicida dalle pratiche agricole, escludendo così le aziende che utilizzano questo principio attivo dai premi del Psr, con una delibera in controtendenza anche rispetto al panorama europeo. Ma c’è di più ad avvalorare la tesi della totale innocuità del prodotto è stato pubblicato di recente il verdetto dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (Epa) che a proposito del glisofate ha concluso ‘che non vi sono motivi di preoccupazione quanto a rischi di tipo alimentare per alcun segmento della popolazione, neanche seguendo le ipotesi più prudenziali applicate nelle valutazioni’”.
Da qui la richiesta di Statti di rivedere quel divieto che “pesa solo sulle tasche degli agricoltori calabresi creando delle ingiuste differenze con i colleghi delle altre regioni e del resto del Continente”.
“Confagricoltura Calabria – afferma – ha da sempre assunto una posizione chiara sull’applicabilità e sulla reale efficacia di tale disposizione, ritenendo inopportuno l’adozione di un provvedimento di divieto a coloro che hanno aderito alle misure Agroambientali previste dal Psr. Tale provvedimento ha creato un ulteriore aggravio economico ai danni delle aziende agricole calabresi, che le ha reso meno competitive in relazione alla diminuzione delle rese e all’aumento dei costi di gestione. In molti, infatti, orientati esclusivamente da una visione ideologica non hanno mai tenuto in considerazione il fatto che il mancato utilizzo del glifosato non avrebbe impedito l’arrivo di prodotti agroalimentari provenienti da Paesi extra Ue nei quali l’erbicida è ammesso ed utilizzato”.
Il presidente regionale di Confagricoltura chiarisce inoltre che “in Italia il Decreto ministeriale 9 agosto 2016 del ministero della Salute non mette al bando i prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosato. Semplicemente, ne modifica le condizioni d’impiego”.
“Riteniamo come Confagricoltura – conclude Statti – che sussiste la necessità di rivedere tale disposizione della Regione Calabria facendo prevalere le ragioni della scienza emerse dai pareri espressi dalle autorità scientifiche europee preposte alla valutazione dei principi attivi (EFSA ed ECHA) non lasciandosi trasportare da mode che creano gravi disagi all’agricoltura. Un settore che resta fondamentale per l’intera economia calabrese” .