Taranto e Crotone Chiese bagnate da mar jonio e con ferite comuni. Ecco, chi l’avrebbe mai detto che, nella città dell’ormai vecchia e dismessa Montecatini (Montedison) e Pertusola di una Crotone operaia, una città cresciuta tra odio e amore, tra veleni e benessere, sarebbe venuto come Pastore della Chiesa locale, proprio un figlio di quella gente, un figlio dell’Italsider di Taranto. Insomma uno dei nostri, col comune passato “industriale”. “Essere cresciuto in una famiglia operaia penso mi abbia fatto maturare un senso profondo della cultura del lavoro quotidiano.” E non solo. “ Credo mi abbia insegnato l’umiltà, perché chi lavora l’acciaio, come faceva mio padre, non vede il frutto compiuto del suo lavoro, lavora una materia prima che altri completeranno.” Insomma. “è quello che accade ad un educatore che non vede immediatamente i frutti del proprio lavoro…” Come dire: abbiate fede nel tempo che passa! Così si è presentato alla vigilia della sua venuta nella Chiesa di Crotone – Santa Severina, il nuovo arcivescovo Mons. Angelo Raffaele Panzetta, ordinato lo scorso 27 dicembre nel palazzetto dello sport “San Giovanni Paolo II” di Martinafranca con l’imposizione delle mani da Mons. Filippo Santoro, arcivescovo metropolita di Taranto e, tra gli altri presuli presenti pervenuti da Calabria e Puglia, dall’ormai vescovo emerito di Crotone – Santa Severina Mons. Domenico Graziani e dai nostri Mons. Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera – Irsina e Mons. Luigi Cantafora vescovo emerito di Lamezia Terme. Durante la celebrazione dell’ordinazione episcopale, a Mons Panzetta è stato donato il Pastorale, opera di Michele Affidato ormai acclarato orafo della Chiesa, Si tratta di un’opera sacra in argento 925° realizzata interamente a mano in cui sono raffigurati elementi della natura caratteristici del territorio crotonese e significanti per il cristianesimo: la spiga di grano, simbolo di rinascita e segno di speranza per il futuro; l’uva con foglie di viti, segno della nuova vita e le foglie di ulivo simbolo di giustizia e sapienza. Nella parte superiore del Pastorale, poi,è stata inserita la scultura del Buon Pastore, realizzata con il sistema della fusione a cera persa mentre nella parte inferiore è presente, sempre in rilievo, lo stemma del nuovo Arcivescovo, la raffigurazione della Madonna di Capocolonna, Patrona dell’ Arcidiocesi di Crotone – Santa Severina e Santa Anastasia, Patrona di Santa Severina. Il motto episcopale riportato sullo stemma è tratto dagli Atti degli Apostoli, al capitolo 20 versetto 24: “Testificari Evangelium Gratiae“, ovvero “ rendere testimonianza al Vangelo della Grazia”. Nel primo quadrante dello stemma è raffigurata la fiamma in quanto forza sacramentale dello Spirito Santo; nel secondo quadrante: la stella, simbolo dell’iconografia mariana, ricorda il Santuario dedicato alla Madonna di Lourdes presente a Pulsano, città natia dell’arcivescovo; nel terzo quadrante vi è la vela che rappresenta la barca dell’apostolo Pietro spinto dal soffio dello Spirito; al quarto quadrante:il castello che vuole richiamare Pulsano dove ha sede il castello De Falconibus, così come nel territorio diocesano crotonese non mancano castelli medioevali. “Per me, scrive Affidato, è stato un privilegio aver ricevuto l’incarico per la realizzazione di questo Pastorale, ancora una volta dopo quelli realizzati per i precedenti Pastori della Chiesa crotonese, Mons. Andrea Mugione e Mons. Domenico Graziani.” Altre opere del M° Affidato, commissionate dal Capitolo Cattedrale e dalla comunità di Santa Severina, saranno donate a Mons. Panzetta, il 6 gennaio, festività dell’Epifania, in occasione della prima celebrazione eucaristica nella Concattedrale dell’antica sede arcivescovile di Siberene e della Messa Pontificale nella Basilica Minore Cattedrale del capoluogo pitagorico. Prima di entrare in Crotone, pomeriggio del 5 gennaio, Mons. Panzetta si è fermato nella prima comunità parrocchiale della diocesi, ingresso nord, Torretta di Crucoli dove alle h. 12, ha presenziato la celebrazione eucaristica domenicale. Quindi alle ore 15.15 Mons. Panzetta, accompagnato da fedeli della diocesi di Taranto è arrivato in piazza Duomo accolto dal Collegio dei Consultori, dal Capitolo Cattedrale, dalle Istituzioni e da una rappresentanza di fedeli. In cattedrale il nuovo arcivescovo ha affidato alla Madonna di Capocolonna il suo ministero episcopale. Di seguito, l’arrivo dell’arcivescovo al Palamilone di via IV Novembre, accolto dall’amministratore apostolico Mons. Domenico Graziani, da numerosi vescovi della Calabria tra i quali: Mons. Francesco Milito, arcivescovo di Oppido Marmertina – Palmi e vice presidente della Conferenza Episcopale Calabra, Mons. Giuseppe Squillaci vescovo Lamezia Terme, il vescovo di Noto Mons. Antonio Staglianò, Mons. Giuseppe Caiazza arcivescovo di Matera – Irsina, il vescovo emerito di Lamezia Terme Mons. Luigi Catafora, Mons. Filippo Santoro da Taranto e altri vescovi giunti dalla Puglia; da tutto il clero dell’intera arcidiocesi, dal Prefetto di Crotone Tiziana Tombesi, dal Commissario prefettizio del Comune capoluogo Tiziana Costantino, dal presidente f.f. della Provincia Giuseppe Dell’Aquila, dal sindaco di Pulsano, da numerosi sindaci del crotonese, dalle alte autorità militari e da migliaia di fedeli provenienti dalle parrocchie sparse nel territorio diocesano. Quindi l’avvio della solenne liturgia di presa di possesso canonico seguita dalla concelebrazione eucaristica durante la quale, nell’omelia. Mons. Panzetta, tra l’altro, si é detto pronto ad essere “parroco tra i miei parroci”, “fasciare le ferite del mio popolo” ed “essere costante presenza edificante nella chiesa di Crotone – Santa Severina”.. Al postutto, diamo il più che affettuoso benvenuto al nostro Pastore Mons. Panzetta con l’auspicio, come ha scritto qualcuno sui social, che sia “rumoroso”!
Lettera di Mons. Angelo Panzetta all’Aricidiocesi di Vtotone – Santa Severina appena eletto vescovo
Carissimi fratelli e sorelle nel Signore,
affido a questo testo la missione di portare a voi tutti il mio primo saluto e anche quella, certamente più difficile, di provare a comunicarvi i sentimenti che abitano il mio cuore in questi ultimi giorni nei quali sono venuto a conoscenza della scelta del Santo Padre di nominarmi pastore dell’Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina. Pur nella rapidità e nella complessità degli eventi che si stanno realizzando nella mia vita, penso di poter individuare nella mia interiorità almeno tre sentimenti fondamentali: lo stupore, il timore e la responsabilità. Avverto un grande stupore per la scelta di Dio che è caduta su di me e mi ha raggiunto attraverso il discernimento ecclesiale. Si tratta di una disposizione del mio animo che nasce dalla considerazione del coraggio di Dio che ancora una volta ha voluto darmi fiducia affidandomi un ministero caratterizzato da grandissime responsabilità pastorali, spirituali e umane. Nella preghiera di questi giorni mi hanno accompagnato le parole di S. Paolo il quale nel suo epistolario più volte ha individuato la sorgente ultima della sua vocazione apostolica nella misericordia divina. Sono certo che anche la mia vocazione al ministero episcopale sia nata dalla misericordia di un Dio che scommette sulla miseria umana per farla fiorire con la sua grazia. Riprendendo il noto motto pontificio, posso dire che, miserando et eligendo, sono stato chiamato al ministero episcopale e, proprio per rispondere a questa scelta divina, mi sento profondamente chiamato ad un servizio ecclesiale sorretto dalla misericordia come architrave fondamentale. Lo stupore, che nasce per la fiducia accordatami dal Signore e dalla comunità ecclesiale, è accompagnato da un sentimento vivo di timore che nasce da una semplicissima domanda interiore, che può essere espressa così: sarò in grado di essere Vescovo? Sarò capace di portare il peso di un’autorità così importante per la vita ecclesiale? Ricordo perfettamente che domande simili mi si sono presentate anche nei giorni della mia formazione in seminario e particolarmente nei mesi che hanno preceduto la mia ordinazione sacerdotale, quando ho riflettuto lungamente sulla mia capacità di rispondere alle variegate esigenze che oggi si pongono a chi vive il ministero presbiterale. Anche questo mio sentimento ha trovato una luce nelle parole di S. Paolo che, scrivendo la sua seconda lettera ai Corinzi, ha ricordato ai cristiani di quella comunità una consapevolezza che ha animato tutto il suo servizio ecclesiale: quando il Signore chiama qualcuno al servizio apostolico, lo rende idoneo offrendogli una specifica capacità e un’idoneità ministeriale che nasce dalla grazia. Questa verità, che ha già illuminato profondamente la mia vita di prete, costituisce anche la motivazione fondamentale per la quale, immediatamente e senza tentennamenti, ho risposto positivamente alle parole del Nunzio che mi esprimeva il desiderio del Santo Padre. Quindi, posso dire di essere certamente intimorito da quello che mi aspetta ma non sono in nessun modo schiacciato dalle paure perché mi fido totalmente della potenza abilitante della grazia di Dio e anche perché sono convinto di essere chiamato a servire una Chiesa particolare che è bellissima e ricca di tanti doni. Da ultimo, voglio menzionare anche il senso vivo di responsabilità che avverto chiaramente in questi giorni. Lo stupore per l’azione di Dio che mi ha chiamato e il timore per la grandezza del compito affidatomi sfociano nella responsabilità che nasce dal desiderio di non sciupare la fiducia divina riposta in me, di non vanificare la misericordia di Dio e la grazia che mi è stata concessa. Consapevole di questi grandi valori in gioco, cercherò di essere un pastore in cammino verso una misura alta di ministero, un Vescovo che è disposto a consumare totalmente la sua vita per il Signore e per la Chiesa. Sono infatti consapevole del fatto che il primato della grazia non sia in alcun modo compatibile con la superficialità o la mediocrità, perché esso, al contrario, chiede a tutti coloro che operano a servizio di Dio di tirare fuori il meglio di se stessi, perché il dono della grazia di Dio sia conosciuto ed effettivamente fruito nella vita dei credenti. Fratelli e sorelle, quasi in una sorta di partage, vi ho aperto il mio cuore in una prima condivisione che si approfondirà nei giorni e negli anni che verranno. Attendo con gioia il giorno nel quale potrò incrociare direttamente il volto della mia nuova comunità diocesana, consapevole che il dono di un nuovo pastore costituisce un grande segno della tenerezza e della premura di Dio per un territorio segnato da tante opportunità e tante sfide. Giunga a tutti voi il mio caloroso saluto che volentieri rivolgo a S. Ecc.za Mons. Graziani, ai presbiteri, ai diaconi, ai consacrati, ai seminaristi, a tutti i laici, alle autorità civili e militari e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà che vivono nel contesto della nostra Arcidiocesi. Sono certo che pregherete per me e che i nostri Santi Patroni intercederanno per noi perché in tutto sia glorificato il nome Signore. Vi benedico tutti.
Angelo Panzetta, Arcivescovo eletto di Crotone-Santa Severina
bene…