La disoccupazione nella provincia di Crotone con riferimento agli ultimi dati pubblicati dai vari istituti è pari al 30%, il più elevato a livello nazionale. Numeri preoccupanti senza la minima possibilità di un’inversione di rotta nel breve e medio termine. La città capoluogo continua ad essere interessata a continue dismissioni occupazionali, specie nel settore alimentare. Le donne pagano il prezzo più salato alla disoccupazione nel crotonese. Di tutto ciò ne parliamo con Stefania Taverniti segretaria Flai Cgil.
Segretaria Stefania Tavernita, per una donna che vuole lavorare a Crotone, ci sono opportunità?
“Giorni addietro, attraverso un comunicato ho denunciato la situazione delle pari opportunità in generale. Una situazione che riguarda tutto il Paese ma in particolare Crotone. La situazione delle pari opportunità nel nostro territorio è messa male. Le donne, da sempre, dobbiamo lottare e tanto per ritagliarci uno spazio lavorativo. Nonostante tutti gli sforzi che facciamo, anche dal punto di vista professionale per stare al passo con le esigenze attuali, veniamo comunque emarginate”.
Crotone conta un’enorme disoccupazione, questo emargina di più la donna dal lavoro o esiste la possibilità di creare una migliore situazione?
“Tantissimo si può fare a Crotone per il lavoro anche femminile. Non esiste la volontà politica nel creare le condizioni. La donna è richiesta soltanto per lavori di bassa professionalità pur essendo professionalmente capace alla pari dell’uomo. La discriminazione si nota maggiormente nel pubblico impiego. Gli uomini fanno anche fronte comune per isolare le donne da certi lavori. Un rimprovero lo faccio anche a noi donne che, diversamente dagli uomini, non riusciamo a fare fronte comune per difendere i nostri diritti”.
Esiste il preconcetto che la donna non è in grado di svolgere lo stesso lavoro dell’uomo?
“Non ci considerano all’altezza di fare lo stesso lavoro. E questo, ripeto, è colpa della politica che non garantisce pari diritti. Le Istituzioni non intervengono mai quando una donna denuncia certi atteggiamenti nei suoi confronti sul posto di lavoro. La Giunta regionale della Calabria è formata da una sola donna. Questo dimostra il garantismo istituzionale nei confronti delle pari opportunità”.
Chi ha la delega alle pari opportunità del Comune di Crotone, si è incontrato con il sindacato per discutere dell’argomento lavoro al femminile, e altre opportunità a favore delle donne?
“Al momento ancora no. A dire il vero neanche noi abbiamo chiesto un incontro. Ciò che possiamo affermare che la Giunta comunale, fin dal primo insediamento subito dopo il voto del 2016, ha ritenuto rilevante la presenza della donna nell’Amministrazione e queste hanno sempre dato un ottimo contributo. È l’unico dato positivo che possiamo leggere a Crotone. Spero che ce ne siano altri e all’indirizzo delle donne in cerca di lavoro prima che termini il mandato consiliare”.
A Crotone ci sarà un migliore viatico per le pari opportunità?
“Lo spero e sono fiduciosa che questo potrà avvenire. Perché avvenga è necessario che le donne rivendichiamo con sempre più forza ciò che ci deve essere dato per diritto e non per gentile concessione”.
Il ritorno della lotta al femminile come gli anni settanta ancora non c’è, ma non è che la donna ha smesso di lottare perché nessuna istituzione le da più retta e la disoccupazione è sempre in aumento?
“Giorni addietro un supermercato di Crotone, Carrefour, ha licenziato 52 dipendenti tra cui molte donne. Tutti i dipendenti licenziati, donne comprese, stanno lottando per il posto di lavoro. Questo è la giusta risposta a chi vorrebbe sempre fare macelleria occupazionale nel Sud, in particolare a Crotone. Dobbiamo evitare di accettare con passività tutto ciò che arriva dall’alto e rivendicare il dovuto che ci appartiene. Si deve tornare ad occupare le Piazze come un tempo, quando con le lotte si aprivano e concludevano trattative importanti”.
In quali settori si dovrebbe creare lavoro a Crotone e nel territorio?
“Non inventiamo niente nell’affermare che il settore agricolo è quello che più potrebbe creare sviluppo e occupazione a Crotone, accompagnato da un buon progetto per favorire il turismo. Molte donne si stanno avvicinando all’imprenditoria agricola con buone possibilità. Tanti prodotti quali vino e formaggi, sono apprezzati e importati da altre regioni”.
Attraverso l’agricoltura e il turismo la rinascita di Crotone se però si incrementa il lavoro per le donne?
“Si, però al momento Crotone fa registrare soltanto emigrati giovani alla ricerca del lavoro dopo aver conseguito un titolo di studio. Scrutando l’orizzonte ancora nulla s’intravede per un’inversione di rotta. Oltre alla perdita della grossa industria, Crotone sta vivendo un periodo poco felice per quanto riguarda la piccola e media imprenditoria”.