I Carabinieri forestali, alcuni giorni fa, hanno rinvenuto e sequestrato un apiario nei pressi di un eucalipteto nella località Scarazze del territorio di Cutro. Le arnie non erano state registrate nella banca dati dell’anagrafe apistica nazionale così come previsto dalle norme vigenti. Il proprietario è stato individuato e deferito all’Autorità giudiziaria.
Durante un controllo del territorio i militari della stazioni dipendenti dal Gruppo carabinieri forestale Crotone hanno individuato, su un terreno di proprietà privata, limitrofo ad un bosco di eucaliptus, un apiario sospetto. Le arnie, infatti, non recavano l’indicazione del codice aziendale e l’apiario era privo del cartello identificativo obbligatorio. Gli accertamenti avviati subito hanno acclarato che l’apiario non era registrato alla banca dati dell’anagrafe apistica nazionale così come previsto dalle norme vigenti. Il proprietario delle arnie, un giovane apicoltore del Crotonese, è stato individuato e deferito alla Procura della Repubblica.
Sono state poste sotto sequestro in tutto 31 arnie. Il servizio veterinario dovrà eseguire accertamenti ulteriori per verificare la condizione sanitaria degli insetti.
L’anagrafe apistica nazionale (BDA) è stata istituita per consentire una sorveglianza più efficace delle malattie delle api. Ogni apicoltore, o chiunque detenga api a qualsiasi titolo, deve registrare nella BDA le informazioni relative agli spostamenti di alveari, effettuati a qualsiasi fine. Alcune aree del territorio della Calabria e recentemente anche della Sicilia, sono state interessate dalla presenza di un coleottero originario del Sudafrica, Aethina tumida, molto dannoso per gli alveari. La registrazione nella BDA si è rivelata essenziale per una efficace sorveglianza epidemiologica.
La presenza di fioriture diffuse nel territorio del Crotonese spingerebbe apicoltori al nomadismo apiario, talvolta irregolare, col rischio di diffusione di parassiti. L’intervento dei carabinieri forestali è volto a salvaguardare il patrimonio apistico del Crotonese fortemente minacciato dall’uso di pesticidi, impiegati talvolta indiscriminatamente in agricoltura, e dalla diffusione incontrollata di parassiti.