Negli anni passati, ogni giovedì successivo alla solennità della Santissima Trinità, più o meno tra fine maggio e prima settimana del mese di giugno, la Chiesa celebrava, con una processione solenne, uno dei più grandi misteri del Cattolicesimo, la giornata del “Corpus Domini”. Certamente non molti sapranno l’origine di tale evento che il famoso storico francese del XIX secolo, Jules Michelet, definì “la meravigliosa poesia di Dio racchiusa in un pane”. Che bello: una mirabile poesia in un pane! L’incipit è dovuto ad un tal sacerdote straniero che, tormentato come era dalla presenza o meno di Gesù nell’Eucarestia, in quella ostia insomma, volle verificare a modo suo facendo pellegrinaggio sulla tomba di Pietro a Roma. Fin qui nulla di strano nella mente del pellegrino prete. Di ritorno in patria, “destino” volle che si fermasse a Bolsena per pregare sulla sacra reliquia di santa Cristina e nella alla Santa dedicata avvenne il famoso prodigio: il miracolo di Bolsena. Durante la celebrazione della Messa, al momento della Consacrazione, il celebrante si accorse che dall’ostia, innalzata sopra il calice, cominciò a sgorgare del sangue che cadeva sul corporale steso sull’altare. Il povero sacerdote, incredulo, spaventato anche, raccolse tutto dall’altare e si ritirò in sacrestia. Solo successivamente si riprese e si avviò a raccontar l’accaduto al Papa che in quei giorni si trovava nella vicina Orvieto. Urbano IV, venuto a conoscenza del miracolo, non esitò ad inviare a Bolsena il vescovo di Orvieto Giacomo Maltraga, seguito, sempre secondo tradizione, da Bonaventura da Bagnoregio e dal domenicano Tommaso d’Aquino; a quest’ultimo venne dato l’incarico di scrivere l’Officium de festo Corporis Christi. Dopo un anno dal prodigioso evento, “a corroborazione e ad esaltazione delle fede cattolica, degnamente e a ragion veduta abbiamo ritenuto di stabilire che di così grande sacramento, oltre la quotidiana commemorazione che ne fa la Chiesa, si celebri ogni anno più speciale e più solenne memoria, designando e fissando a questo scopo un giorno preciso, cioè il giovedì che segue immediatamente l’ottava dopo Pentecoste”, l’11 agosto 1264, Urbano IV, con Bolla Transiturus, istituì la solenne festa del Corpus Domini. La diffusione dell’interesse verso il miracolo si deve, però, alla fervente predicazione, durante il decennio 1329-1338, del domenicano P. Beltramo Monaldeschi, poi vescovo di Orvieto. Pochi giorni orsono papa Francesco ha ricordato che “l’adorazione eucaristica e le processioni per le strade delle città e dei paesi siano la testimonianza della nostra venerazione e dell’adesione a Cristo che ci dà il suo corpo e il suo sangue, per nutrirci del suo amore e renderci partecipi della sua vita nella gloria del Padre». Dal 1997 la solenne festività è stata declassata dal giovedì, come antica tradizione, alla domenica successiva. È una festività sentita ovunque, in ogni angolo della Penisola; ogni paese, ogni comunità organizza per la circostanza infiorate lungo le strade attraversate dal SS. Sacramento; dappertutto si allestiscono, in ogni quadrivio,altarini su cui verrà posato l’ostensorio processionale che contiene la Sacra Ostia. Prima del declassamento di data era davvero una festa solenne soprattutto nelle piccole comunità del meridione dove non mancavano processioni e allestimenti di origine spagnola. Oggi, sicuramente manca lo sfarzo di pietà popolare, ma non è venuta meno la fede verso l’Eucarestia e il miracolo del “Corpus Domini”.