“Ha chiuso gli occhi in terra per aprirli in Paradiso”. Così, col sorriso sulle labbra, si esprimevano le Sorelle Carmelitane di Capocolonna in quel pomeriggio del 7 giugno del 1989 allorquando una loro consorella lasciava questa terra per avvicinarsi definitivamente a quel buon Dio che lei aveva amato tanto nei suoi ottantuno anni di serena vita in gran parte tutta claustrale. La piansero in tanti, tantissimi a Crotone come dappertutto in Calabria e nella sua terra natale, ma la pianse soprattutto l’amatissimo Mons, Giuseppe Agostino, allora Pastore della Chiesa di Crotone –Santa Severina, col quale aveva contribuito a fondare la Casa del Carmelo appunto sulle altura di Capocolonna.
Era Suor Gemma della SS. Trinità, al secolo Maria Pignatelli, nata a Marostica (VI) il 21 luglio 1908, figlia di un noto magistrato, una sorella medico e un fratello Gesuita; si era laureata giovanissima in Filosofia all’Università Cattolica di Milano ed una delle prime allieve di P. Gemelli. Negli stessi anni, mentre faceva la propagandista a livello nazionale all’interno dell’Azione Cattolica, avvertiva la “chiamata”. Non ci pensò tanto a capire che il suo compito non era l’insegnamento della Filosofia ma seguire le orme di Gesù e così rinnegava comodità, lussi, una professione di sicuro prestigio, una condizione sociale agiata e tanto altro: era pronta a contrarre matrimonio con l’Assoluto nel silenzio della clausura. Entrava nel Carmelo con la professione solenne dei voti al monastero di san Giuseppe di Roma nel 1941. Di poi, 1968, veniva trasferita al Monastero teresiano di Ronciglione nella provincia di Viterbo e da qui, nel 1973, si portava a Crotone per fondare un nuovo Carmelo, obiettivo tanto voluto e realizzato da Mons. Agostino che la volle Madre Priora fino al 2 febbraio, giorno dell’erezione canonica della Comunità. Visse, meglio convisse tutti questi anni condividendo con le sue consorelle croci e delizie che non potevano mancare in una Casa religiosa che si andava formando seppur non cessò mai il supporto del Vescovo e dei tanti fedeli e benefattori.
La notizia della dipartita si diffuse in un baleno ed un lungo pellegrinaggio mesto, orante, cominciò a snodarsi verso l’altura del promontorio lacinio baciato dal sole e dal mare, dalla campagna e dalla città verso la chiesetta dove la salma benedetta veniva esposta per due giorni. Le esequie furono officiale dall’Arcivescovo Agostino, assistito da ben ventidue sacerdoti e fra questi due Padri Carmelitani. Mons. Agostino, visibilmente commosso, come ricordano in tanti, durante l’omelia ricordava Suor Gemma come esemplare religiosa, intensamente innamorata di Cristo, che concludeva il suo cammino terreno con le sofferenze di un male inguaribile. Nelle sue preghiere, la Sorella ricordava spesso i giovani deviati e drogati, la società crotonese con tutte le sue ansie.
Il mesto pellegrinaggio per pregare sulla sua tomba continua ancora oggi, dopo trenta anni, verso il cimitero di Crotone dove Suor Gemma della SS. Trinità riposa nella Cappella dei baroni Berlingieri.