Già nel novembre del 2015, chi scrive questa nota aveva presentato il 2° volume “ Un sentiero tra gli stemmi” la storia di un secolo e mezzo della Chiesa di Crotone dal Concilio di Trento, tra “Privilegio Carolino e dominazione spagnola”, mettendone in risalto la valenza dello scavo archivistico che ha prodotto un altro tassello del grande mosaico che vuole essere la storia della Chiesa di Crotone – Santa Severina. Un lavoro editoriale che analizza ben 150 anni di storia dell’allora Vescovado di Crotone dalla fine del Concilio di Trento al 1730, un secolo e più di dominazione spagnola che ha prodotto cambiamenti epocali con un’alternanza di vescovi colti e lungimiranti ed altri meno che comunque non hanno intaccato la profonda fede popolare per la Madonna di Capo Colonna.
Da questo modus operandi, don Pietro Pontieri, giornalista e scrittore prolifico, non si discosta per nulla nel suo 3° volume, fresco di stampa (maggio 2019) ed edito, come i precedenti, da D’Ettoris di Crotone: “Un sentiero tra gli stemmi – Storia dei vescovi di Crotone durante il Regno delle due Sicilie dal 1722 al 1860” che col 4° volume che, prossimo di pubblicazione (ottobre 2019) come annunciato dal Direttore editoriale Antonio D’Ettoris in sede di presentazione, va a completare la collana monumentale della Storia della Chiesa crotonese dalle origini ai nostri giorni. In una suggestiva location, vista mare-monti, la terrazza della Biblioteca “Pier Giorgio Frassati” della Fondazione D’Ettoris, nel centro storico pitagorico, il libro è stato presentato da Mons. Alessandro Saraco, docente di Storia della Chiesa presso l’Istituto Teologico Calabro, nella serata del 29 maggio, nell’ambito dei solenni festeggiamenti settennali dedicati alla Madonna di Capocolonna, davanti ad una platea di studiosi e cultori. L’incipit dell’incontro culturale l’ha dato il padrone di casa Antonio D’Ettoris per il quale l’opera completa di Pontieri è di “gran pregio perché offre ampio spazio alla memoria storica senza la quale non ci può essere futuro e nello specifico il non ricordare, il non perpetuare la gran bella storia della Chiesa crotonese fa perdere il fondamento della propria identità.” E non solo. Mons. Pontieri, affidandosi alle fonti certe, non ha timore alcuno di esporre anche “le ombre” dei tanti vescovi succedutisi alla Cattedra di Crotone, insomma “non fa sconti alla verità”.
La valenza dei tre volumi è data dalle ricche e particolari fonti che l’Autore ha utilizzato, fonti dell’archivio diocesano di Crotone che, come giustamente ricordato, l’archivista prof. Titta Scalise in questi anni, vi ha messo mano per sistemarlo, ordinarlo e metterlo a disposizione di studiosi e cultori. E don Pontieri ha voluto con forza scavare anche negli archivi di altre diocesi e biblioteche varie, insomma un lavoro di intenso scavo che Pontieri, con la profonda umiltà e umanità che lo contraddistingue, ha ricordato con l’obiettivo e l’auspicio che la storia della Chiesa locale, anche attraverso gli stemmi vescovili e la storia civica non vadano sepolte ma servano per non dimenticare e ricostruire. Di seguito Mons. Saraco ha offerto una dotta presentazione spaziando temporalmente tra il prima e il dopo di quanto ci offre il lavoro in questione, non tralasciando di sottolineare anche gli aspetti negativi, negligenti che hanno caratterizzato gli anni borbonici ed anche giacobini durante i quali i vescovi si son fatti protagonisti e vittime. Il libro, come leggiamo dalla 2^ di copertina, prende avvio “dalla lunga missione episcopale del vescovo portoghese Gaetano Costa che darà inizio ad una stagione di grande rinnovamento”. Il periodo storico durante il quale si muove la Chiesa e i vescovi, è alquanto movimentato. “Infatti, dopo le riforme di Carlo III di Borbone e di Ferdinando I, lungo gli eventi ‘macro-storici’ della Repubblica partenopea, delle insorgenze sanfediste e del brigantaggio pre-unitario, si stagliano il terremoto e le pestilenze del 1783, l’abolizione degli Ordini Religiosi e del Monti di pietà, la soppressione dei conventi, l’istituzione della Cassa Sacra e il Regno borbonico”. Al postutto, leggendo qua e là le erudite pagine del volume che comprendono vita e miracoli di ben tredici vescovi ed appendici di approfondimento, il lettore non può fare a meno di ringraziare don Pietro perché, ancora una volta, ci regala una pubblicazione ricchissima di notizie, aneddoti e fatti e misfatti confortati da un’altrettanto ricchissima bibliografia offerta su un piatto d’argento alle nuove generazioni di studiosi e cultori di storia patria, ove ne avessero voglia!