E’ stata una grande festa di partecipazione la festa dedicata a San Cataldo, il santo protettore dei raccolti, delle campagne cirotane e degli allevamenti, dove si sono susseguiti lunghi festeggiamenti religiosi e momenti tradizionali. Dalla sua chiesa omonima in zona Cannone il parroco Don Matteo Giacobbe, ha officiato la santa messa, dove i fedeli accompagnati dal comitato omonimo presieduto da Gaetano Fuscaldo, e dal parroco, hanno portato in processione il santo per le vie del paese fino ad arrivare presso il largo Arenacchio dove la statua miracolosa del Santo è stata portata in periferia per benedire i campi, fino alla zona Cappelliere presso la cappella della famiglia Giglio, dove nel vicino uliveto si è tenuto il tradizionale Agape fraterna. E dopo la benedizione dei raccolti, le terre, e gli allevamenti nel cirotano, la statua è stata portata presso la chiesa della Madonna di Pompei come vuole la tradizione, e da quì dopo la santa messa una lunga processione che da via Sant’Elia si è snodata per le vie del paese fino al rientro del Santo nella sua chiesetta omonima in zona Cannone, accompagnato oltre dal parroco don Matteo Giacobbe, anche dal parroco don Pino Giorno, dal sindaco Francesco Paletta. Durante i tre giorni di processioni per tutto il territorio di Cirò i carabinieri della stazione di Cirò hanno svolto un impeccabile servizio d’ordine pubblico, ed in occasione della visita del Santo presso la zona a mare della località 91 nell’attraversare la SS106 sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Torretta di Crucoli a gestire la viabilità per un corretto ordine pubblico. Come vuole la tradizione al passare del Santo, dai balconi le coperte più belle vengono stese, per la benedizione delle famiglie, oltre alla pioggia di petali di “Zuzzulo” di San Cataldo, un fiore colorato della famiglia delle Asteracea (Glebionis coronaria) che fiorisce proprio in questo periodo, che ognuno fa cadere sulla statua al suo passare. San Cataldo annuncia la bella stagione, e tutto il popolo cirotano è in festa per il Santo protettore dei raccolti e degli allevamenti. Molte le tradizioni rispettate, come i nastrini benedetti e portafortuna chiamate ”Zagarelle”, i dolci tipici di San Cataldo, i tavoli votivi e il suono della tradizionale Zampogna. La festa di San Cataldo una volta, era una delle più sentite dal popolo cirotano, e il comitato vorrebbe che tornasse al suo atavico splendore. “Tra le storiche vie- scrive in una nota la vice sindaco Giovanna Stasi- tra balconi impreziositi da incantevoli coperte ricamate da laboriose mani, tra banchi votivi imbanditi da dolci o salati come da tradizione, tra profumati petali sparsi al passaggio del suo San Cataldo, Cirò celebra riscoprendo la sua memoria nell’ adorazione del Santo”.