I “Focareddi” e u “Cummitu“, si ripetono così, come oramai da molti decenni e più, due delle tradizioni che, vento o pioggia che sia, sono sempre più momenti fortemente socializzanti e aggreganti.
Questi due eventi, legati fra loro, propongono e valorizzano l’importanza di una delle tradizioni della cultura popolare cirotana più importante. Hanno come scopo quello di bruciare i sarmenti delle vigne del Vino Cirò per lasciarsi alle spalle l’inverno e accogliere con gioia la nuova stagione, la primavera.
L’antica tradizione du “Focareddu” e du “Cummito” in onore del Santo, non poteva mancare alla Festa di San Giuseppe, questa sera, Lunedi 18 marzo 2019, adiacente la Parrocchia di San Giuseppe di Cirò Marina, gli abitanti della zona, prepareranno frittelle, panini e tanto altro per tutti.
Il cummito consiste nel fatto che la famiglia che aveva ricevuto qualche grazia particolare, invitava cinque persone povere: un vecchio (San Giuseppe), un altro (San Gioacchino), un giovinetto (Bambin Gesu’) e due donne (la Vergine Maria e Sant’Anna). Gli invitati al “commitu” venivano serviti a piedi nudi dai membri della famiglia che offriva il pranzo, preparato con piatti a base di cinque legumi, maccheroni casarecci, pesce, baccalà, broccoli, asparagi e fritture miste.
L’usanza di accendere il fuoco la vigilia di San Giuseppe nei rioni del centro storico, risale alla fine del 800, quando specie i contadini, per ringraziare e raccomandarsi al Santo, dovevano donargli qualcosa ;ma non avendo nulla da offrigli , ognuno portava dalla campagna un po’ di legna e frasche , che veniva accumulata davanti la chiesa omonima per essere bruciata , la sera del 18 Marzo tra canti balli e intrattenimento gastronomico.