Sono finiti nella lente degli inquirenti anche i due soggetti del napoletano che producevano e facevano pervenire le banconote contraffatte nell’alto Jonio cosentino.
Tutto ha avuto inizio qualche settimana fa, quando dei commercianti di Trebisacce e Roseto Capo Spulico avevano denunciato di aver ricevuto come corrispettivo per della merce acquistata delle banconote da 50 euro false, ma di ottima fattura, tanto da non essersi accorti inizialmente della loro non autenticità.
Le indagini dei Carabinieri della Stazione di Roseto si erano da subito indirizzate ad acquisire delle immagini di videosorveglianza e ad ottenere dalle vittime una descrizione precisa dei presunti truffatori. Ben presto si risaliva ad alcuni di questi e li si identificava in dei minorenni del luogo. Soggetti insospettabili, giovanissimi ed incensurati. Gli stessi più volte avevano fatto acquisti negli esercizi di zona pagando con banconote false.
I Carabinieri di Roseto decidevano di cogliere in flagranza il gruppo di minorenni. Quindi eseguivano una perquisizione d’iniziativa nell’abitazione di uno dei ragazzi. Lo stesso, di Corigliano, ma residente ad Albidona, di appena 16 anni, vistosi scoperto, confessava l’accaduto e consegnava spontaneamente il suo cellulare, tramite il quale si risaliva sia a tutti i correi, altri giovanissimi insospettabili, minorenni di Rossano, Oriolo e Trebisacce, sia permetteva di individuare la fonte da cui le banconote contraffatte partivano: i produttori del denaro falso erano una mamma ed il figlio 18enne, entrambi residenti a Napoli.
Tramite gli ulteriori accertamenti di polizia giudiziaria e d’intesa con la Procura dei minorenni di Catanzaro, si decideva, visto la collaborazione di alcuni dei componenti della gang, di attendere la ricezione di un ultimo plico di soldi contraffatti, che era in arrivo. Così si riusciva ad identificare compiutamente i mittenti e si sequestravano ulteriori 1.100 euro falsi inviati tramite pacco postale e prima che venissero immessi nel circuito economico locale.
Veniva accertato che il gruppo di giovani aveva ordinato in varie tranche ben 5.000 euro, in tagli da 100, 50 e 20 euro, molti dei quali erano stati già spesi in negozi dell’Alto Jonio.
Per i cinque minorenni scattava, visto la loro incensuratezza e la giovane età, la denuncia a piede libero, stessa cosa per i due napoletani, produttori di denaro contraffatto; mentre tutte le banconote false reperite venivano sottoposte a sequestro penale, così come i cellulari dei ragazzi.