Abbandonata all’incuria, era diventata un deposito di rifiuti e veniva indicata da tutti come un monumento allo spreco delle risorse pubbliche e all’abbandono. I cittadini di Calopezzati, però, non si sono rassegnati e sono scesi in campo per rivendicarne l’affidamento, l’esecuzione dei lavori di ripristino e la gestione.
In 18 anni, nonostante vari tentativi, mai nessun sindaco era riuscito a riaprire questa struttura.
Il parroco di Santa Maria Assunta, Don Nicola Alessio e i giovani della parrocchia, affiancati dal primo cittadino di Calopezzati, Franco Cesare Mangone, non si sono scoraggiati e hanno insistito nella richiesta fino all’esasperazione.
Si sono messi in contatto con il Direttore Generale dell’Asp di Cosenza Raffaele Mauro e, sulla spinta determinante del presidente della Regione Mario Oliverio, sempre vicino e attento ai problemi di questo territorio, si sono assunti l’onere, a proprie spese, di riportare la struttura all’iniziale agibilità.
Oggi, quell’edificio che rischiava di diventare un ricettacolo di rifiuti degradato e pericoloso, è diventato un luogo di vita, utile alla parrocchia e all’intera cittadinanza. E’ nato così il Centro Pastorale Parrocchiale “San Tarcisio”, un centro sociale polivalente dove si svolgeranno durante l’anno diverse attività sociali: catechismo, oratorio, servizio Caritas, assistenza agli anziani e ai disabili, doposcuola per bambini, ecc.
Per 15 anni la struttura sarà gestita in comodato d’uso dalla parrocchia che sconterà le spese effettuate per i lavori sul fitto. Ad inaugurarla, ieri sera, è giunto a Calopezzati il presidente della Regione, Mario Oliverio che, insieme al sindaco, al parroco, al direttore generale dell’Asp di Cosenza e all’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Giuseppe Satriano, è stato il primo a lasciare l’impronta colorata della propria mano su una parete dell’edificio. La stessa cosa hanno fatto anche i tantissimi cittadini presenti per sottolineare la soddisfazione corale per quanto è stato realizzato. Palesemente soddisfatto anche il Presidente della Regione, Mario Oliverio, che nel suo breve intervento di saluto ha sottolineato il grande valore sociale e culturale di quest’opera.
“Non mollare, non rassegnarsi allo status quo -ha detto Oliverio- è la prima condizione per costruire un futuro diverso anche in Calabria. Quando fummo eletti alla guida della Regione anche noi sapevamo che sarebbe stato difficile cambiare le cose, invertire un trend negativo consolidatosi nel corso di troppi anni. Sarebbe stato più facile continuare sulla strada imboccata da chi ci aveva preceduto, ma noi non ci siamo rassegnati. Sapevamo che non avevamo la bacchetta magica e che il lavoro sarebbe stato duro e faticoso, ma ce l’abbiamo messa tutta.
Abbiamo effettuato investimenti importanti per togliere la Calabria e, in particolare, l’area jonica dall’isolamento, destinando per esempio 650 milioni di euro all’ammodernamento e all’elettrificazione della ferrovia jonica da Rocca Imperiale fino a Reggio Calabria, su cui non si metteva mano dai tempi di Cavour. Abbiamo allocato risorse importanti per l’acquisto di nuovi treni veloci, confortevoli e sicuri. Abbiamo sbloccato il tratto della SS. 106 che collega Sibari a Roseto Capo Spulico e che prevede un investimento di oltre un miliardo e 350 milioni di euro. Abbiamo destinato risorse all’ammodernamento del tratto Sibari-Crotone. Abbiamo destinato 136 milioni di euro alla valorizzazione dei nostri borghi. Abbiamo lavorato e stiamo lavorando sodo per recuperare ritardi strutturali antichi. Il Basso Jonio cosentino deve ambire ad intercettare questi investimenti perché il potenziale enorme che in esso si esprime sul versante turistico deve essere pienamente sfruttato”.
“La vera sfida che abbiamo davanti -ha concluso Oliverio- è quella di spostare l’asse degli investimenti da obiettivi assistenziali a obiettivi produttivi. Una politica del lavoro si realizza attraverso investimenti di crescita e di sviluppo. L’assistenza crea solo abbrutimento e rassegnazione. Vincere questa sfida è possibile anche nella nostra regione se c’è un impegno corale, se tutti remiamo nella stessa direzione. se più soggetti stanno in campo. E’ possibile soprattutto se cresce una nuova cultura dei diritti e delle regole che deve prendere il posto della cultura delle clientele e dell’assistenzialismo.
Finora abbiamo fatto un lavoro importante, mettendo la Calabria sul binario giusto, ma c’è ancora tant’altro da fare. Deve nascere un nuovo civismo, un impegno nuovo che deve partire soprattutto dai nostri ragazzi e dalle nostre ragazze che studiano e si formano nelle nostre università e che devono essere messi nelle condizioni di scegliere liberamente quale futuro costruire per se stessi e per quelli che verranno dopo di loro”.