Nell’apprendere dai giornali quanto avvenuto presso il liceo scientifico “Filolao” di Crotone rimango allibito. In una traccia assegnata agli studenti si chiedeva di analizzare il Decreto Sicurezza proposto dal Ministro dell’Interno, confrontandolo con le leggi razziali del 1938. Il contenuto è il seguente: “oggi in Italia dopo 80 anni si registra un ritorno al razzismo, è una opinione diffusa che proprio il recente decreto in discussione al Parlamento, che riguarda l’immigrazione, contenga delle istanze razziste. Descrivi le leggi razziali e confronta il testo con il decreto di recente ideazione ed esprimi le tue riflessioni”.
Nonostante sia apprezzabile il tentativo dell’insegnante di invitare i propri allievi a comporre una riflessione sull’attualità politica, non è accettabile la palese strumentalizzazione politica che vi è nella traccia. Da uomo politico e cittadino di questa provincia esprimo il mio disappunto. Si tratta, in realtà, di una vera e propria campagna di politicizzazione condotta con lo scopo di influenzare le opinioni politiche dei propri allievi, giovani ragazzi che ancora lontani dall’essersi costruiti una solida personalità, fondata su idee e, si spera, studio e letture. Del resto, la politicizzazione delle scuole non è qualcosa a cui il nostro paese possa sentirsi estraneo, essendo stato, quello scolastico, terreno egemonizzato dalla sinistra di un tempo. E così la scuola invece che unire divide, oppone, oltretutto ricorrendo a similitudini storiche azzardate e prive di fondamento. Mi pare si voglia inculcare agli studenti che la parte giusta del mondo sta contro questa politica attuale, che è giusto combatterla, rivoltarla, screditarla anche con accuse infamanti. Un nuovo ’68, forse?
Come si può giudicare la bozza di legge di un Ministro, al quale viene accusato di essere autore di istanze razziali, quando più volte il ministro stesso ha stigmatizzato comportamenti razzisti? Non si rischia così di politicizzare il pensiero degli studenti, di aizzarli, oltretutto abusando del fatto di avere una posizione di rilievo, rispettata dagli studenti che vedono nel docente una figura cardine della propria formazione?
Sarebbe opportuno che il docente tornasse a svolgere il ruolo di Maestro e non di ideologo, combattere per il miglioramento della scuola e per l’educazione e non solo l’istruzione degli studenti. Ecco, sarebbe questa una vera riforma. Il Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini dovrebbe partire proprio da qui: far sì che la scuola, che vive la più profonda crisi di tutti i tempi torni a fare scuola e riacquisisca l’autorevolezza perduta.