Questa volta non ci sono scuse. La Struttura Tecnica di Valutazione, dobbiamo dire in maniera meritoria e precisa, ha confermato tutte le perplessità che abbiamo espresso, pubblicamente e formalmente attraverso le osservazioni, sul progetto di presunto ampliamento della famigerata discarica di Scala Coeli. E la prima cosa chiarita è proprio quella del “presunto” ampliamento: quello di un impianto che da 90 mila metri cubi verrebbe trasformato in una discarica da più un milione di metri cubi non è un progetto di ampliamento ma realizzerebbe un impianto nuovo, totalmente diverso e che devasterebbe l’intera area. Non solo.
Tutte le varie anomalie denunciate negli anni dai comitati e dalle istituzioni locali sono confermate ad una ad una dall’organo tecnico regionale. A partire dalla presenza di agricoltura biologica e di qualità che sarebbe di fatto danneggiata (per non dire distrutta) dalla presenza di una discarica di rifiuti speciali e che, secondo le leggi regionali, avrebbe dovuto impedire anche l’autorizzazione del bacino di abbanco esistente. Meglio tardi che mai.
Confermate anche le ripetutamente denunciate anomalie sulla viabilità di accesso alla discarica, una viabilità sulla quale sono state effettuate numerose ed inaccettabili forzature. Basti pensare che in questi anni è stato ignorato il divieto di transito totale su una delle strade provinciali che viene attraversata quotidianamente per giungere alla discarica, mettendo a repentaglio la sicurezza di lavoratori, automobilisti e dell’ambiente; oppure si pensi al fatto che gli automezzi carichi di rifiuti devono attraversare il torrente Patia, un corso d’acqua che d’inverno è sostanzialmente in piena: come può essere in sicurezza un impianto in queste condizioni? Tali anomalie, finalmente, sono state riconosciute dalla struttura tecnica regionale.
Insomma un documento chiaro che riteniamo debba chiudere, finalmente, questa lunga e triste vicenda della discarica autorizzata tra una coltura DOP ed un campo biologico, ovvero della discarica di Scala Coeli.
Come comitato permanente tra istituzioni, associazioni di categoria, associazioni ambientaliste e liberi cittadini chiediamo che la conferenza dei servizi del prossimo 25 Giugno prenda atto di questo parere e dei pareri negativi già deliberati dai comuni dell’alto ionio crotonese e del basso ionio cosentino, chiudendo la partita senza capriole burocratiche, senza più rinvii e senza inventarsi formule strane: il progetto di presunto ampliamento della fossa di contrada Pipino sia bocciato e chiuso per sempre.
Al contrario si pensi a recuperare il grave danno combinato a questo angolo di Calabria quando si è autorizzata la discarica esistente, letteralmente ignorando l’economia agricola grazie alla quale si autosostengono numerose famiglie, da generazioni. Questo è un territorio che vuole risollevarsi basandosi sulle proprie risorse e sulle proprie vocazioni, non rinunciando alle proprie radici ed al legame con la propria terra, una volontà ed un patrimonio che – fino a prima dell’ultimo parere della Struttura di Valutazione, determinati uffici regionali hanno sistematicamente ignorato. Ora si pensi ad una fase di post-gestione lineare e ci si assuma l’impegno del ripristino dello stato naturale dei luoghi nel più breve tempo possibile.
Con questo spirito e questa chiara rivendicazione, saremo presenti il prossimo lunedì presso la cittadella regionale, in occasione della conferenza dei servizi sulla discarica, ribadendo per l’ennesima volta, con la sola garbata presenza, la contrarietà unitaria e trasversale di un intero territorio.
E’ quanto afferma il Comitato Permanente per la Difesa del Territorio e Contro la Discarica di Scala Coeli.