La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Cosenza, nel corso delle ordinarie attività di controllo economico – finanziario del territorio, ha scoperto e sottoposto a sequestro, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Cosenza, una discarica abusiva di pneumatici “fuori uso” (cd. “PFU”).
Una “montagna” di circa 6,5 tonnellate di rifiuti speciali in avanzato stato di decomposizione, abbandonati in un terreno situato in un Comune montano del Cosentino, noto per le sue bellezze ed attrazioni turistiche.
Le attività investigative, immediatamente effettuate dai finanzieri della Compagnia di (CS) dopo la scoperta, hanno consentito di individuare i responsabili della raccolta, del trasporto e del deposito illecito di rifiuti.
L’area è stata posta immediatamente sotto sequestro ed i responsabili delle violazioni contestate sono stati denunciati all’A.G. per: “Attività di gestione di rifiuti non autorizzata”.
Il terreno di deposito dei rifiuti è risultato di proprietà di una persona, esercente attività agricola, tenuta, unitamente ad un altro utilizzatore dello stesso, ad effettuare le operazioni di rimozione, di recupero, smaltimento dei rifiuti, nonché di bonifica e di ripristino dello stato dei luoghi, così come previsto dall’art. 192, comma 3 del D.Lgs. 152/2006.
Le operazioni necessarie saranno disposte con un’ordinanza del Sindaco del Comune interessato, che fisserà il termine entro cui provvedere, decorso il quale si procederà all’esecuzione in danno dei soggetti obbligati.
L’attività illecita accertata dalle Fiamme Gialle cosentine, non solo è particolarmente pericolosa per l’ambiente e la natura, poiché gli pneumatici abbandonati possono contaminare il terreno ed inquinare l’aria in caso di incendio, essendo composti da “zinco, zolfo e piombo”, nonché sporchi di “grasso”, ma crea anche un doppio danno ai cittadini, in quanto il consumatore: da un lato, all’atto dell’acquisto di pneumatici nuovi, paga i costi di gestione per quelli arrivati a fine vita (nel prezzo è compresa la quota di smaltimento) e dall’altro paga il costo ambientale che deriva dall’abbandono.
Infatti, il contributo ambientale versato dal cittadino automobilista all’atto dell’acquisto del pneumatico nuovo serve a coprire i costi di un sistema efficiente ed efficace di raccolta e di riciclo finalizzato a favorire, tra l’altro, la creazione di un sistema industriale ed una promozione di un’economia del riciclo che può portare sviluppo economico e nuova occupazione.
I responsabili, oltre a dover bonificare il sito, rischiano ora anche la sanzione penale dell’ammenda da un minimo di euro 2.600,00 ad un massimo di euro 26.000,00.