Qualche mese fa è apparsa sulla stampa locale la notizia di un fantomatico “Comitato Crotone capitale della Cultura Italiana 2020 ed Europea 2033, [che] coinvolgerà la città e tutto il suo territorio fino alla Sila, per presentare una candidatura forte dei suoi 2500 anni di storia e tradizioni. Ci piace paragonare il nostro bellissimo centro di Le Castella a Mont Saint -Michel sulla costa settentrionale della Francia.” Per raggiungere tale obiettivo “il Comitato invita tutti i dirigenti scolastici, i docenti, gli studenti, le parrocchie, le associazioni, i comitati, gli ordini professionali e di categoria a collaborare per lanciare la candidatura di Crotone e del suo bellissimo territorio fino alla Sila a capitale della cultura italiana ed europea”. Insomma scrivevano ancora i responsabili del “Comitato”: “stiamo prendendo appuntamento con tutti gli istituti scolastici per visitarli e spiegare loro che vi e’ bisogno di una grande partecipazione attiva specialmente dei giovani, sull’esempio di Matera capitale della cultura europea 2019.” Peccato che è, dei giorni scorsi, la notizia secondo la quale, la città di Parma è stata designata a Capitale della Cultura 2020. Non è dato sapere se il detto “Comitato” abbia presentato, al Ministero dei Beni Culturali, la candidatura con tutta la dovuta documentazione, fatto sta che le città finaliste candidate, assieme a Parma, sono risultate Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. Crotone? Una città e un territorio tanto “precariati” come possono ambire a tale importantissimo concorso ideato dal Mibact? Sarebbe stata una vera e propria sfida se si considera la vasta portata di alcune fra le quasi 50 città concorrenti. Si fa una bella figura non pensarci proprio. Certamente non possono bastare i “2500 anni di storia e tradizioni” o il “paragonare il nostro bellissimo centro di Le Castella a Mont Saint -Michel sulla costa settentrionale della Francia” per offrire una città e un territorio pronti ad accogliere quanti hanno voglia di sapere, di conoscere, di imparare, di integrarsi. Ci vuole ben’altro e tanto. Può aspirare a così prestigioso traguardo una città con scarsi o nulli contenitori culturali quali biblioteche, musei, pinacoteche, gallerie d’arte (salvo qualche timido tentativo di cultori privati), una precaria valorizzazione delle infrastrutture culturali esistenti quale il Mack sbattuto da una sede all’altra o un nuovo teatro comunale da tanto, tropppo, tempo pronto ad essere inaugurato? E certamente non può bastare una modesta, quanto lodevole, programmazione del Festival dell’Aurora; una città senza attività editoriali di rilievo; una città che, tra Comune Provincia e la Fondazione “Una casa per Rino, litiga sul come e quando utilizzare l’ukulele, il prestigioso cimelio del cantautore crotonese Rino Gaetano; il mai nato “Parco Letterario” a Capo Colonna ideato nel 1998 dall’Associazione “Le Crotoniadi”; che dire del mai realizzato “Parco Letterario Pitagora” pomposamente presentato nel 2013. Ma l’aspetto, certamente non meno importante, è la logistica. Come accogliere i turisti, i cultori, i visitatori, i curiosi? Una città che non conosce il decoro urbano, rifiuti e spazzature in ogni dove e quei cassonetti che neanche a Beirut li trovi. Come farli arrivare a Crotone? Il Crotonese, un territorio ormai tagliato fuori da ogni tipo di flusso turistico. Un aeromorto, pardon, un aeroporto che non ha alcuna intenzione di decollare o forse è meglio dire che qualcuno non permette che voli; una strada statale 106, quella “della morte” per intenderci, ancora allo stato di mulattiera solo abbellita da qualche rotondina; una viabilità provinciale interessata dai mille smottamenti e movimenti franosi; una rete ferroviaria ormai inesistente. Tutto questo favorisce una Crotone Capitale della Cultura? Ma non disperiamo, c’è pur sempre la possibilità di eleggere la Città di Pitagora a Capitale europea della cultura 2023. Si, Europea, avete letto bene! A tanto, qualcuno l’ha candidata, nel 2015. Ci vuole un bel coraggio e comunque se son rose fioriranno!
Purtroppo, dal dire al fare………
Tutti proponiamo, tutti vogliamo, tutti realizziamo?
Ma, come, in una città dove gli alberi vengono decapitati (zona Chiesa di San Paolo) o selvaggiamente sfrondati (via Nuova Poggioreale), in una città dove non si permette che le piante possano fiorire, in una città dove lo sporco impera un pò ovunque etc. etc. quali turisti potremmo mai far venire? Altro che cultura!