Un manufatto abusivo non ancora completato è stato sequestrato nei giorni scorsi dai carabinieri forestali all’interno di un bosco nel territorio del comune di Cotronei, di proprietà del comune di Mesoraca. La presunta responsabile dell’abuso è stata denunciata anche per invasione di terreno e violazione della normativa paesaggistica.
Pattugliando il territorio nella loc. Difisella del territorio di Cotronei, i carabinieri forestali hanno notato un manufatto in corso di edificazione all’interno di una pineta di proprietà del comune Mesoraca, in occupazione per opere di forestazione dall’Agenzia Calabria Verde. Esso evidentemente era privo di titoli abilitativi per l’edificazione perché l’area era stata data in concessione, solo ai fini del pascolo, ad una allevatrice residente a Cotronei.
Il manufatto, ancora privo di copertura, è realizzato in blocchetti di calcestruzzo e misura in pianta 12,30 m x 5,30 m e sarebbe stato destinato presumibilmente a ricovero per bovini. Nell’area, sempre sotto la chioma dei pini, l’allevatrice aveva già completato altri tre corpi di fabbrica, di dimensioni minori, per ricoverare animali da cortile e altro.
La donna è stata denunciata all’Autorità giudiziaria anche per invasione di terreno, non essendo la titolare dell’area, e abuso edilizio. È stata integrata anche la violazione della normativa paesaggistica poiché l’edificazione sarebbe stata subordinata allo specifico nullaosta. L’area interessata ricade, peraltro, nella Zona di protezione speciale (ZPS) denominata Marchesato e fiume Neto.
La presunta responsabile – la presunzione di responsabilità è formalmente d’obbligo finché non interverrà una sentenza del Tribunale – non è nuova a questo genere di esperienze. Già in passato era stata condannata e sanzionata per abusivismo edilizio.
L’operazione eseguita dai militari della stazione Petilia Policastro è orientata a tutelare il bosco, bene primario per il mantenimento della qualità della vita sulla Terra, e ad affiancare l’attività delle Amministrazioni pubbliche volte al rispetto della legalità.