I Comitati Cittadini “Un CO-RO di SI'” – Piragineti, Tramonti, Matassa, S. Irene, Fabrizio Grande e Collinetta, unitamente alle Associazioni “Fidelitas”, “Amilform”, “Basta Vittime sulla S.S. 106”, “Centro Arte Club” e “Centro di Aiuto alla Vita”, al fine di darne la più ampia diffusione emanano il seguente:
Nella Giornata del 16 gennaio 2018, si è riunita a Reggio Calabria la 1ª Commissione Affari Istituzionali presieduta dall’On.le Franco Sergio.
Al primo punto dell’Ordine del Giorno vi era un argomento a noi molto caro, ossia la Fusione dei due comuni di Corigliano Calabro e di Rossano.
Nel merito, viste le ultime vicissitudini del progetto di fusione, ci corre l’obbligo fare un passo indietro.
Sulla proposta di legge n. 182/X presentata dall’On.le Giuseppe GRAZIANO, a cui vanno i nostri più grati apprezzamenti per la tempestività, la tenacia e la lungimiranza sinora dimostrata, il 22.10.2017 si è votato nelle due città il relativo referendum consultivo. In pratica, il quesito referendario poneva la domanda ai cittadini, sia di Corigliano che di Rossano, se volevano fondersi in una unica grande città, ovvero Corigliano Rossano.
Ebbene, il referendum consultivo è stato superato e diremmo anche in maniera inequivocabile, con una netta maggioranza dei SI’, oltre il 94% nella città di Rossano ed il 63% nella città di Corigliano C..
Ora, dopo quasi tre mesi, i Comitati Cittadini “Un CO-RO di SI'” – Piragineti, Tramonti, Matassa, S. Irene, Fabrizio Grande e Collinetta, unitamente alle Associazioni “Fidelitas”, “Amilform”, “Basta Vittime sulla S.S. 106”, “Centro Arte Club” “Centro di Aiuto alla Vita” ed altri Comitati, non avendo registrato alcun atto concreto a firma di ambedue le amministrazioni comunali in carica, hanno sentito il diritto ed il dovere, attraverso la voce degli Avv.ti Alfonso RAGO e Antonio GIANZI, allo scopo delegati, di chiedere di essere anch’essi Auditi durante la seduta n° 34 della predetta 1ª Commissione per far sentire la propria voce nonché la volontà popolare ma, soprattutto, per ascoltare quello che gli “altri” avevano l’”obbligo” istituzionale di comunicare prima ai propri concittadini.
Infatti, nella stessa giornata, sono stati ascoltati i due Sindaci, Giuseppe Geraci e Stefano Mascaro nonchè i Presidenti dei rispettivi consigli comunali ossia Pasquale Magno e Rosellina Madeo.
La prima commissione ha dovuto, perché espressamente richiesto, Audire separatamente le delegazioni, quella per così dire “Istituzionale” e quella dei “Cittadini”. Perché? Forse i propri amministrati non erano degni di ascoltare con le proprie orecchie la volontà dei propri amministratori? O perché questi dovevano “chiedere” qualcosa di “indecente”? Forse non lo sapremo mai, o forse sì, il mondo è piccolo e la gente mormora……………
Di fatto, il “classico segreto di pulcinella” sfociato in un documento congiunto a firma dei Sindaci Geraci e Mascaro, immediatamente confutato in “altro” durante la stessa Audizione orale.
Che dire poi, dell’ennesimo “nulla di fatto” della Presidente del Consiglio Comunale di Rossano, Rosellina Madeo, rea di aver trascinato l’intera Assise in un insperato quanto tardivo recupero di facciata con l’approvazione della Delibera n° 70 del 18.12.2017, riguardante “sì” una nobile proposta avanzata dal gruppo consiliare Rossano Futura ma, rimasta tuttora, l’ennesima promessa, l’ennesima constatazione che “tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare” o, meglio, ci siamo noi cittadini.
Ma andiamo alla nostra di Audizione. Noi, senza nessuna esitazione, abbiamo immediatamente chiesto agli On.li Auditori come mai le Istituzioni locali oggi sono così impegnate a far di conto con numeri e cavilli coi quali giustificare timori, prima inesistenti (a parte quelli del Sindaco Geraci già ampiamente ed inspiegabilmente registrati nel fronte del NO) tanto da portarli a tentennare su questo progetto di fusione il quale, all’uopo occorre sempre sottolinearlo, poggia su un esito Referendario ineccepibile ed incontrovertibile.
Il predetto “impegno” ci appare, oggi, una pregiudizievole disattenzione nei confronti della volontà popolare e quindi dei cittadini i quali hanno espressamente dichiarato e sancito di voler vivere, operare e di conseguenza essere amministrati in un comune unico.
Lo stesso processo di fusione in corso non sta avvenendo sulla base di accordi campati in aria: c’è un percorso normativo chiaro, si sono già chiamati i cittadini alle urne, si sono spese considerevoli somme di denaro pubblico, ed è necessario, quindi, proseguire nel compimento degli atti per portare a completamento il percorso.
In democrazia a cosa serve dire di voler rispettare le leggi, di voler rispettare la volontà popolare se poi, puntualmente, il tutto viene disatteso per meri interessi egoistici dettati da esigenze che sono del tutto disgiunte dall’obbiettivo finale?
Non esiste scelta alternativa ed opzione, la strada è tracciata, bisogna percorrerla senza esitazioni ed in tempi brevi, altrimenti, oltre a quanto fin qui espresso, si andrebbe a mortificare il lavoro svolto da migliaia di cittadini che hanno profuso tutte le proprie energie perché si addivenga alla istituzione della 3ª Città della Calabria.
Pensiamo, per esempio, ai tanti comitati promotori i quali, operando senza risorse, hanno dovuto sobbarcarsi i costi per la diffusione delle ragioni del SI’.
Porre oggi ostacoli, esitare, significa mortificare e non rispettare tutte queste persone, il loro lavoro, le loro iniziative, generando sperpero di denaro di tempo e di risorse.
Su questo aspetto gli amministratori locali e regionali devono essere consapevoli di essere i soli responsabili in caso di esitazione o peggio di rifiuto verso questa fusione.
Nessun cittadino di Corigliano né di Rossano potrà accettare il rinvio dell’approvazione della legge di istituzione del nuovo comune. Ci si augura, invece, che nessuno giochi sulla pelle di una comunità che non merita più di essere presa in giro. Il popolo della nascente nuova città sente già di essere culturalmente e politicamente una unica anima politica e socio-culturale; ci auguriamo che la volontà popolare espressa con il referendum non venga ulteriormente mortificata da rinvii o da decisioni prese da quella politica i cui personaggi vogliono stare forzatamente sulla scena o “attaccati alla poltrona”.
Si tratta di un percorso virtuoso e assolutamente necessario. Grazie alla fusione, per la quale sono previsti incentivi economici sia dalla normativa nazionale che di quella regionale, è possibile riattivare investimenti, ottimizzare i servizi, ampliarli e ridurne le tasse, sviluppare positive economie di scala e di scopo. La normativa, aggiornata nel corso degli anni, ha introdotto misure consistenti al fine di favorire i processi aggregativi.
E’ l’ora di mettere da parte le divisioni e lavorare insieme per un migliore assetto istituzionale. A prescindere dagli obblighi di legge e dal numero di abitanti, necessita lavorare per completare il processo di fusione, in modo da ampliarne gli effetti positivi su cittadini e imprese, per rilanciare l’economia nei comuni, destinatari sempre di meno trasferimenti statali e con costi sempre più alti di gestione dei servizi. E’ giunto il momento di una vera e propria rivoluzione per invertire la rotta che tradotto vuol dire: più investimenti e aziende pronte a trasferirsi da noi sfruttando macchine comunali più organizzate e che possono abbassare le tasse invece che alzarle per mantenere gli alti costi di gestione della cosa pubblica.
La duratura crisi che, al Sud si sovrappone all’irrisolta questione meridionale, imporrebbe discontinuità: superare la naturale resistenza al cambiamento, abbandonare anacronistici localismi.
Ma un’interessata resistenza dei notabili locali, diffidenti verso tutto ciò che minaccia il consenso di cui godono, non basta a giustificare l’immobilismo. È diffuso un malinteso ed arcaico senso dell’identità, un atteggiamento di chiusura teso alla difesa del proprio cortile.
Le forze nuove, i giovani che potrebbero contrastare questa mentalità emigrano. La mancanza di opportunità lavorative provoca un’emorragia di risorse umane che aggrava la situazione socio-economica in una spirale perversa.
Pertanto, abbiamo sentito forte il dovere di chiedere al Legislatore di provvedere ad istituire immediatamente il nuovo Comune senza tentennamenti e tecnicismi, in modo tale da consentire, così come previsto dalla Legge Del Rio n. 56/2014, le elezioni comunali nella nascente Corigliano Rossano già nella prossima tornata elettorale amministrativa del 2018, cosicché la nuova Città possa dotarsi di un Governo Cittadino e i cittadini veder subito tradotta la loro volontà popolare.
Tempi più lunghi potrebbero provocare, oltre che un potenziale rischio nella definitiva conclusione dell’iter referendario, una disaffezione dei cittadini nei confronti dello stesso Legislatore che così tradirebbe la volontà popolare che si è espressa in maniera netta ed inequivocabile.
Non solo, ma un ritardo ingiustificato nell’istituzione della nuova Città porterebbe ad una paralisi politico – istituzionale nei due Comuni, attesa la diversa scadenza del mandato elettorale, oltre ad un continuo e progressivo depauperamento economico e sociale del territorio, già mortificato e tradito da tante promesse rimaste inevase e che, al contrario, richiede scelte coraggiose e determinanti.
Per questo motivo abbiamo chiesto di essere ascoltati, affinché la volontà popolare venga realizzata nei modi e nei tempi previsti dalla Legge ed è di queste ultime la confortante notizia che la 1ª Commissione tornerà a riunirsi il prossimo 23 Gennaio per la trattazione della proposta di legge c.d. GRAZIANO per completarne i lavori di competenza.
Siamo, pertanto, fiduciosi che a breve il Consiglio Regionale della Calabria potrà licenziare la Legge con contestuale Istituzione della città Corigliano Rossano e conseguente insediamento, previa nomina a cura degli organi competenti, del Commissario. Avanti tutta.