Il Presidente Novartis: oltre 400mila euro per cura contro cancro giustificati. Lo “Sportello dei Diritti” è giusto ripagare ricerca, investimenti e costi di produzione, ma le multinazionali farmaceutiche non facciano cassa sui farmaci salvavita.
La terapia genica è la nuova promettente frontiera contro il cancro, ma oltralpe, è subito polemica per il prezzo stellare della nuova cura. Proprio in data odierna, infatti, il presidente del CDA di Novartis Jörg Reinhardt ha difeso sulle colonne del Blick, quotidiano svizzero in lingua tedesca, il prezzo di 475.000 franchi (pari a 406.415,37 euro al cambio attuale) utili per l’acquisto del nuovo medicamento contro la leucemia “Kymriah”. Torna, quindi, prepotentemente alla ribalta la questione “prezzo” di terapie che si propongono come davvero all’avanguardia, anche per malati senza più speranze, ma davvero molto costose. “Le terapie standard, che costano 100.000 franchi (ndr oltre 85.000 euro) all’anno, possono essere molto più care – ha sostenuto – mentre questo è un trattamento eseguito una sola volta”. Kymriah è un processo altamente complesso con il quale ai pazienti vengono prelevate cellule e, dopo averle geneticamente modificate a livello terapeutico, di nuovo introdotte. Kymriah verrebbe utilizzato per i pazienti che non rispondono positivamente alle cure standard, pari probabilmente a poche centinaia di bambini e giovani adulti all’anno. Per giustificarne i costi, ha comunque precisato che “l’importo però è calcolato solo quando la terapia ha effetto”, ed ha aggiunto: “I costi sanitari sopra la media in Svizzera non dipendono in primo luogo dai prezzi dei medicamenti. Si potranno abbattere quando non ci si concentrerà più solo sui farmaci, che rappresentano solo il 10% del totale, ma anche, ad esempio, le inutili diagnosi, i trattamenti eccessivi o lo sfruttamento delle apparecchiature tecniche”. Novartis stima il numero dei pazienti, che potrebbero essere candidati alla terapia Kymriah, a circa 600 all’anno. Questa nuova procedura è stata sperimentata su una bambina che stava per morire e che ora è senza tumore da cinque anni. Nonostante la nuova cura venga salutata con favore dal mondo scientifico, i costi che dovranno essere affrontati, dai pazienti o dai Sistemi Sanitari, sono davvero proibitivi. Per questo, anche l’Italia si starebbe preparando all’applicazione di nuovi meccanismi di rimborso, adottando al contempo nuovi paradigmi in grado di promuovere e pagare le cure, garantendo, però, la tenuta dei conti. Tuttavia, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, se è giusto ripagare ricerca, investimenti e costi di produzione, al contempo le ricchissime multinazionali farmaceutiche non dovrebbero far cassa e profitti abissali sui farmaci salvavita come quello oggetto di difesa da parte dello stesso presidente di Novartis.