Il Parco Nazionale della Sila ha condiviso la propria esperienza e competenza in materia nel corso del convegno, tenutosi nelle giornata di ieri presso l’Aula Magna dell’UNICAL ad Arcavacata, organizzato dal Comando Carabinieri Tutela Forestale in “La gestione del territorio dopo gli incendi boschivi”.
Esperti di varie branche hanno affrontato, di fronte ad una sala gremita di specialisti del settore e non solo, l’argomento della riqualificazione e gestione dei territori dopo gli incendi forestali da una molteplicità di aspetti: dalla prevenzione, alla distribuzione della flotta aerea su scala nazionale, fino alle azioni da implementare sia ex ante che ex post direttamente sul campo.
Come ha ricordato il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, il Generale Tullio Del Sette, «quest’anno i fuochi hanno interessato anche i parchi calabresi come quello della Sila e del Pollino», sottolineando poi come la scorsa estate l’emergenza incendi sia dipesa «da un insieme di circostanze eccezionali, anche meteorologiche viste le temperature altissime che non consentivano neppure di notte il raggiungimento del punto di rugiada. È stata proprio questa commistione di fattori che ha portato ad un incremento dei roghi, rispetto agli scorsi anni, di ben il 70%».
Senza dimenticare, come ha fatto notare nel corso dei suoi saluti il Commissario Straordinario del Parco Nazionale della Sila, la professoressa Sonia Ferrari, che di questi incendi «ben il 98% sono di origine dolosa o colposa. La scorsa estate nella sola nostra area protetta sono così andati, letteralmente, in fumo ben 5.000 ettari di bosco. Il nostro tra l’altro è patrimonio forestale unico, una eredità che il mondo ci invidia e che ora stiamo lavorando intensamente affinché venga ulteriormente tutelata grazie al riconoscimento del Parco come “Sito Patrimonio dell’Umanità” UNESCO».
Un dato, quello della dolosità della gran parte dei roghi, rimarcato anche dal Prefetto di Cosenza, il dott. Gianfranco Tomao, quando ha ricordato come «finché ci saranno soggetti che appiccano incendi in territori così impervi come i nostri la prevenzione rimarrà oggettivamente difficile. Per eradicare il problema bisogna impedire che chi appicca i roghi ne possa poi trarre vantaggio».
Quello degli incendi forestali in una regione come la nostra – ancora coperta, fortunatamente, di verde e con ben tre parchi nazionali a proteggerne il territorio – rimane una sfida complessa che richiede il lavoro di tutti per essere vinta, ma condividere le buone pratiche e gli approcci differenti rappresenta senz’altro un’arma potente.