E’ da decenni che si parla della “famosa” diga sul torrente Patìa, addirittura fin dagli anni 60’, quando avrebbe dovuto vedere la luce un invaso grandissimo nell’entroterra che segna i confini territoriali tra i comuni di Umbriatico, Scala Coeli, Crucoli e Terravecchia, capace di soddisfare il fabbisogno idrico di coltivazioni oltre che di intere popolazioni.
Oggi c’è uno spiraglio nell’annosa questione dei fondi (notevoli) necessari per la realizzazione dell’opera, per la quale esiste già un progetto definitivo fatto redigere dal Consorzio di bonifica Jonio Crotonese che richiede un finanziamento iniziale di 150 milioni: la legge di stabilità 2018, in fase di approvazione proprio in queste settimane, prevede appunto la creazione di ben 200 invasi su tutto il territorio nazionale, a contrasto della siccità (ormai un evento climatico che si ripete a cadenza quasi annuale) e del dissesto geologico.
Della questione, come aveva annunciato proprio il segretario generale Cisl per le province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Francesco Fortunato, se ne è ampiamente parlato in un convegno svoltosi lunedì 4 dicembre a Torretta, presso la sala della Delegazione Comunale crucolese, in piazza Matteotti, moderato dalla giornalista Assunta Scorpiniti ed al quale hanno preso parte il Sindaco Domenico Vulcano, il segretario generale U.S.T. Cisl, Pino De Tursi, il Presidente del Consorzio di Bonifica, Roberto Torchia, l’ing. Francesco Bevilacqua, tecnico progettista del Consorzio, il presidente della Federazione Dottori Agronomi e Forestali della Calabria, Francesco Cufari, l’on. Mauro D’Acri, Consigliere Regionale con delega all’agricoltura, l’on. Nicodemo Oliverio, presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, il Segretario Generale FAI Cisl Calabria, Michele Sapia, oltre ai sindaci di tutti i comuni del circondario.
All’incontro di lunedì scorso, organizzato dalla Fai Cisl e dal Consorzio di Bonifica Jonio Crotonese, erano presenti numerosi cittadini giunti anche dai centri limitrofi: il tema trattato nei vari interventi era per l’appunto “La realizzazione dell’invaso sul Fiume Patìa, risorsa per lo sviluppo del territorio”. Perché oggi, a detta dello stesso Fortunato, i tempi sono maturi per portare all’attenzione della politica nazionale, oltre che regionale, un progetto di enorme rilevanza per questo lembo di territorio calabrese da sempre ridotto a periferia in tutti gli ambiti.
La speranza, realisticamente parlando, è che l’opera possa rientrare almeno in una programmazione futura, da parte del governo nazionale, partendo da un primo intervento: “Finalmente – dice Fortunato – il Consorzio di Bonifica, dopo aver ricevuto qualche anno fa un finanziamento di 500mila euro per la progettazione dell’invaso, è riuscito a portare a termine questo primo importantissimo passo, con la stesura di un progetto definitivo e richiedendo alla Regione Calabria la concessione all’uso potabile ed irriguo per la successiva progettazione esecutiva da sottoporre a richiesta di finanziamento.”
Durante l’incontro si è entrato quindi nelle specifiche tecniche del progetto, il cui costo, come dicevamo, ammonterebbe a 150 milioni di euro per la realizzazione ed altri 150 per la sua messa in funzione e che ad opera ultimata prevede un invaso di ben 44 milioni di metri cubi d’acqua (quello di Sant’Anna, attualmente il più importante della provincia di Crotone, ne contiene 16 milioni), capaci di fornire irrigazione a 6000 ettari di terreni da coltivazioni, ma anche acqua potabile ai centri abitati che vanno da Mandatoriccio Mare verso nord e fino a Torre Melissa verso sud.
L’allocazione precisa dell’invaso ricade in massima parte nel territorio di Umbriatico (fondo “cozzo della raca”, e per una minima parte in quello di Campana, ma interessa anche il territorio di Scala Coeli in quanto è prevista la realizzazione di una galleria di collegamento che preleverebbe altra acqua dalla parte alta di Fiume Nicà (nel tratto appunto di quel comune).
Estremo interesse è stato dimostrato dai primi cittadini intervenuti con proprie osservazioni nel corso della manifestazione: oltre che dallo stesso Vulcano, dal sindaco di Umbriatico, Pasquale Abenante, di Cirò, Francesco Paletta, di Melissa, Gino Murgi, di Terravecchia, Mauro Santoro. Tutti uniti nel manifestare la volontà di proseguire la propria attività di sostegno a questo progetto, anche attraverso deliberazioni dei consigli comunali da essi presieduti.
Un’opera di civiltà e di progresso per tutto il territorio, come l’ha definita Murgi, per la quale non deve spaventare il grosso impegno economico di cui necessita, perché nel futuro contribuirebbe ad un importante cambiamento strutturale, soprattutto sotto l’aspetto della qualità delle produzioni agricole che ormai hanno sempre più bisogno di irrigazioni, ma anche occupazionali e non ultima la possibilità che l’invaso possa fornire acqua ad una centrale idroelettrica, con conseguente ritorno economico in termini di energia.
Infine, un appello specifico è stato fatto al Deputato cirotano, Nicodemo Oliverio, tra l’altro capogruppo Pd alla Camera: che si faccia portavoce in prima persona nelle sedi governative romane affinché anche la diga sul Patìa rientri nel gruppo dei 200 invasi finanziabili da qui ai prossimi anni. In fondo questa è pur sempre la sua terra natìa…
Ma come mai in previsione delle elezioni politiche vengono riesumati progetti rimasti nell’oblio? Ma veramente credete che lo stato voglia spendere 300 milioni di euro per una zona fra le più bistrattate d’Italia? Questi sono convegni organizzati solo per passerella ma di concreto non esiste niente