“Viviamo un’età totalmente diversa rispetto a quelle che ci hanno preceduto e la differenza è rappresentata dalle tecnologie. Avere consapevolezza di queste trasformazioni significa comprendere il proprio tempo”. E’ questa la conclusione della lectio magistralis di Derrick De Kerckhove con la quale si è inaugurata la settima edizione del Master in Intelligence dell’Università della Calabria. La manifestazione è stata aperta dai saluti del Rettore Gino Crisci che ha sottolineato il significato del percorso formativo sull’Intelligence che può rappresentare un’eccellenza accademica. È quindi intervenuto il Presidente del Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione Giuseppe Spadafora che ha ribadito il rapporto tra democrazia e sicurezza, che riveste un’importanza fondamentale nella società contemporanea. Ha quindi preso la parola il Direttore del Master Mario Caligiuri che ha illustrato i contenuti dello studio dell’intelligence, precisando che si tratta di un metodo di trattazione delle informazioni indispensabile per tutti. Infatti, serve alle persone, per affrontare consapevolmente la società della disinformazione; alle imprese per competere nella globalizzazione e agli Stati per garantire il benessere e la sicurezza dei cittadini.
Ha poi evidenziato gli sviluppi degli intelligence studies in Italia negli ultimi anni, anche in conseguenza di un diverso clima culturale e di una differente percezione del mondo scientifico, dei media e dell’opinione pubblica. Ha quindi descritto il programma del Master, mettendo in luce il taglio scientifico e culturale che vede quest’anno come docenti Derrick De Kerckhove ed Evgeny Morozov, Roberto Cingolani e Umberto Broccoli, Luciano Violante e Nicola Gratteri, oltre al geografo Franco Farinelli, al Direttore della CRUI Alberto De Toni, al Direttore della LUISS Business School Paolo Boccardelli, al Direttore del Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica Roberto Baldoni, al Presidente emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre, ai direttori delle Agenzie di Intelligence Vittorio Stelo e Nicolò Pollari, al Direttore della Scuola del DIS Paolo Scotto di Castelbianco, ai prefetti Carlo Mosca, Marco Valentini e Luigi Varratta, all’ambasciatore Michele Valensise, al Direttore del Centro Studi Americani Paolo Messa, al Direttore di “Limes” Lucio Caracciolo, al Responsabile della Sicurezza dell’ENI Alfio Rapisarda, ai professori Umberto Gori, Antonio Teti e Virgilio Ilari, ai generali Carlo Jean e Fabio Mini, allo scrittore e giornalista Antonio Nicaso e a altri. C’e stato poi l’intervento del rappresentante della Scuola di Formazione del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza in rappresentanza del prefetto Alessandro Pansa. Ha quindi concluso Derrick De Kerckhove che ha spiegato come l’uomo ormai viva in tre dimensioni: quella fisica, quella mentale e quella virtuale, con quest’ultima sempre più rilevante.
Lo studioso ha quindi ricordato come il suo maestro Marshall McLuhan già cinquant’anni fa avesse auspicato un utilizzo consapevole delle tecnologie. “Oggi – ha puntualizzato – c’è un trasferimento della memoria fuori dal nostro corpo, provocando una trasformazione epocale”. Ha poi specificato che le guerre di religione sono state combattute per la conquista del linguaggio, attraverso il quale si concretizza la visione del mondo. Si è poi soffermato sul ruolo insostituibile della scuola che va completamente rivoluzionata in modo da offrire agli allievi delle mappe di apprendimento. Inoltre ha evidenziato come siano ancora più fondamentali la lettura e la scrittura ma non attraverso lo schermo dei computer o degli smartphone, la cui mediazione manipola inevitabilmente la percezione. “L’unico luogo – ha detto De Kerckhove – dove la parola si ferma è la carta, facendo materializzare la realtà”. Infine ha concluso affermando che, “nell’era della manipolazione di massa, le scuole devono diventare dei luoghi dove viene sopratutto insegnato a fare le domande giuste”. Lo studioso ha poi risposto alle numerose domande degli studenti.