Si è riunita nella giornata di ieri la seconda commissione della Regione Calabria, quella che si occupa, tra le altre cose, di Bilancio. Il primo punto all’ordine del giorno era di quelli che sanno di patata bollente per questa governance regionale: fabbisogno finanziario per garantire il diritto allo studio.
Come al solito, questa maggioranza disomogenea di governo ha stupito chi fosse venuto a conoscenza degli esiti della discussione. I consiglieri Sergio Franco (Oliverio Presidente), Giuseppe Aieta (Partito Democratico) e Flora Sculco (Calabria in rete) hanno fatto a gara per strapparsi le vesti in nome del Diritto allo Studio e delle difficoltà delle famiglie calabresi, invocando a più riprese la necessità di tenere questo tema al riparo da logiche di strumentalizzazione politica.
“Leggo i resoconti consiliari e resto a bocca aperta – scrive Nicola Caruso (RDU – Rinnovamento Democratico Universitario), Senatore Accademico UNICAL e rappresentante presso il Comitato Regionale di Coordinamento delle Università Calabresi – perché davvero non credevo che questa classe politica potesse rivelarsi tanto squallida e subdola. Mi chiedo come sia possibile che il governo regionale si accorga solo ora che ci sia questo problema, visto che da mesi denuncio su tutte le testate regionali questa piaga sociale. Per quanto tempo ancora dovremo richiedere la convocazione del CORUC? Qualcuno forse dimentica che questo è l’unico organo dove si possono prendere decisioni a lungo termine, che sono frutto di discussione e confronto, in quanto lo stesso è istituzionalmente preposto a creare un ponte tra Università e governo regionale. Fa bene allora il consigliere Fausto Orsomarso (gruppo misto) a denunciare la reiterata mancata convocazione del CORUC, organo composto da soggetti legittimati a livello istituzionale a rappresentare le istanze delle Università calabresi. Evidentemente, Oliverio e la sua cricca hanno orecchie solo per amici, compari e compagni di partito e questa è un’ulteriore prova del fatto che, quello di ieri, altro non era che il solito teatrino, di cui restano solo chiacchiere, fumo e qualche selfie. Ormai la Regione Calabria, da luogo istituzionale, si è trasformata in un tempio invaso dai mercanti del Partito Democratico e dei suoi sodali, personaggi in cerca solo di passerelle politiche e di consenso. Quegli stessi mercanti che parlano di evitare scontri politici su questi argomenti ma si occupano di Diritto allo Studio solo confrontandosi con compagni di partito asserviti e addomesticati, senza dare risposte concrete ma solo facendo salotto per discutere di aria fritta. Ora basta, ora gli Studenti calabresi hanno necessità di provvedimenti seri, programmati e duraturi. Che non succeda, visto l’avvicinarsi di elezioni politiche, regionali e universitarie, che si offra un contentino momentaneo solo per avere un tornaconto elettorale? Già in precedenza si è pensato che si potesse risolvere questo problema impegnando fondi POR anziché aumentare il capitolato in bilancio. Per intenderci, si è assicurato un investimento precario e a tempo determinato, anziché uno stabile e di lunga durata. I sospetti si fanno più forti nel momento in cui rileviamo che l’attenzione è troppo bassa su un tema che meriterebbe, ad esempio, la stessa energicità con cui Oliverio promette di incatenarsi a Roma per procacciare una fetta di potere in più sulla sanità. Dobbiamo forse pensare che al Presidente della Regione interessi di più il potere sulla sanità che i diritti degli Studenti calabresi? Oppure pensa di essersi sbarazzato della questione con gli insufficienti investimenti sul POR, di cui, tra l’altro, stentiamo ancora a vedere i risultati? A questo punto, dobbiamo pensare che lui sia l’unico responsabile di questo disagio, visto che la sua maggioranza, almeno a parole, si esprime in maniera netta a favore della risoluzione di questa questione.”