Si sono svolte l’altro ieri, le celebrazioni in onore del patrono di Cariati, San Leonardo. Nella cattedrale di San Michele Arcangelo la sindaca Filomena Greco ha consegnato le chiavi della città al Santo.
Successivamente, dopo le preghiere del parroco don Angelo Pisani, il discorso della Prima cittadina, e il simbolico momento della consegna delle chiavi, fedeli e cittadini tutti si sono mossi in processione per le vie del centro storico. Un cammino che è stato breve a causa delle precarie condizioni meteorologiche.
«Celebrare la festa patronale – ha detto la sindaca Filomena Greco – è un momento radicato nella nostra tradizione, perché in questa occasione la comunità cariatese si ritrova, e riscopre lo spirito della condivisione e dello stare insieme. Ci si fa l’un l’altro coraggio nell’affrontare le avversità della vita quotidiana, cercando insieme i motivi che ci portano a essere sereni, mettendo da parte per un momento le angustie quotidiane determinate dai motivi più vari».
«Questa – ha continuato la Prima cittadina – è un’occasione in cui tutti noi dovremmo rinnovare lo spirito di sentirci comunità. Dovrebbe essere presente in ognuno di noi lo spirito di solidarietà e quello della comprensione verso gli altri. Parlo al condizionale, perché purtroppo noto giorno dopo giorno che questo senso di unità e di voglia di riscatto per tutta la nostra comunità non alberga in tutti. Ed è per questo che oggi chiedo a ognuno di pregare affinché la comunità tutta ritrovi in sé la capacità di insegnare l’amore e la carità».
«La consegna simbolica delle chiavi della città di Cariati al Santo patrono – ha concluso la Sindaca – diventa oggi una preghiera. E prego San Leonardo perché ravvivi in tutti noi la speranza per un futuro migliore e perché possa far rinascere la forza di combattere per il cambiamento del nostro paese. Cambiamento che, però, deve partire da ciascuno di noi. La nostra comunità è capace di grandi cose: dobbiamo solo ricordarci ogni giorno che non siamo soli, che il dolore del nostro vicino è anche il nostro, e la sua felicità è anche la nostra felicità».