Crotone, la città delle occasioni mancate. Tante. Era novembre del 2014, praticamente di recente, e i regnanti della Regione dell’epoca vennero nel capoluogo pitagorico e, convocata una conferenza stampa, annunciarono, urbi et orbe, l’istituzione di una Scuola d’interesse regionale per la formazione di figure professionali specializzate nel campo dell’accoglienza turistica e della gestione e promozione dei beni culturali ed archeologici. Sì avete letto bene: una Scuola di turismo archeologia! Individuata pure la sede, l’istituto dell’ex Ciapi di proprietà dell’ente Regione sulla strada per Papanice. E c’erano pure i finanziamenti già belli e pronti: 2 milioni e mezzo di euro dei fondi europei per la messa a norma e ristrutturazione dell’edificio. Sic dixerunt Antonella Stasi presidente facente funzioni della Regione e l’assessore regionale alla Formazione Nazzareno Salerno. Ovviamente non se ne fece nulla. Basta farsi un giretto da quelle parti e vedere cosa è rimasto dell’ex Ciapi, già destinato a sede universitaria come si evince anche da una insegna che ancora campeggia solenne.
Sarebbe dovuta sorgere una Scuola regionale con tre livelli di studi: formazione media e specializzazione post laurea, guide turistiche, specialisti in marketing dei beni culturali e archeologici. E ma le cose o si fanno in grande o niente. Infatti il progetto prevedeva anche la realizzazione di alloggi per i corsisti provenienti da ogni parte della Calabria. Insomma scuola e convitto. Andate da quelle parti e troverete abbandono e degrado con tanto di cancello d’ingresso sbarrato da blocchi di cemento. Soggetto attuatore? il fantomatico consorzio universitario di Crotone con il 70% di partecipazione regionale e il restante provinciale. E tutto ciò che concerne i piano di studi e i contenuti formativi li avrebbe gestiti una tal Fondazione Calabria Etica. Ora il buon lettore ed elettore si domanderà e non può fare a meno di farlo: se quei quasi 5 miliardi delle vecchie lire erano già disponibili che fine hanno fatto? E poi vi chiedete perché i giovani lasciano questa terra. A Crotone, in Calabria restano soltanto i rampolli, figli d’arte, quella politica; per loro il lavoro c’è e ci sarà sempre!