Le acque di Punta Alice hanno restituito un reperto, presumibilmente appartenente al relitto della torpediniera Lince della Regia Marina, la Nave che s’incagliò nel mare di Punta Alice, il 4 agosto del 1943 e fu affondata il 28 agosto del 1943 dal sommergibile inglese Ultor.
Ieri, mercoledì 18 ottobre 2017, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Catanzaro, Cosenza e Crotone (SABAP-CS), sono state effettuate attività subacquee nelle acque prospicienti la costa settentrionale di Cirò Marina.
Le operazioni sono state eseguite dal dott. Francesco Laratta e dal suo gruppo di lavoro, con il coordinamento da terra dei Funzionari archeologi della Soprintendenza dott.ssa Maria Grazia Aisa e dott. Carmelo Colelli, e alla presenza dell’ex Assessore Strancia e il Maresciallo Cambria.
La prima fase delle attività si è svolta in prossimità della Località Punta Alice, dove è stato recuperato un grosso oggetto in ferro, la cui presenza era stata segnalata al Maresciallo Salvatore Cambria, Comandante dell’Ufficio Locale Marittimo di Cirò Marina, lo scorso 28 agosto 2017, dal Maestro di Salvamento della FIN, Giuseppe Benevento, tuffatosi in mare per un’immersione subacquea in apnea, munito di fotocamera, vide un particolare oggetto sul fondale.
Il manufatto giaceva sul fondale marino a ca. 4 m di profondità, e a poca distanza dalla riva, proprio nell’area in cui, durante il secondo conflitto bellico (28 agosto 1944), fu affondata la torpediniera Lince della Regia Marina. Quasi certamente l’oggetto recuperato costituisce una parte della nave militare anche se al momento, complici le incrostazioni marine che lo ricoprono, non è stato possibile individuare a quale parte della imbarcazione appartenesse.
Ultimato il recupero, il gruppo di lavoro si è trasferito in località Madonna di Mare, dove il signor Vittorio Papaianni, sub locale, aveva segnalato la presenza di un relitto sommerso. Le prospezioni subacquee hanno permesso di verificare, a ca. 30-40 m dalla battigia e a ca. 4 m di profondità, la presenza di elementi lignei e metallici che testimoniano la presenza di una imbarcazione affondata nell’area. Non sono stati al momento individuati elementi diagnostici; solo ulteriori indagini -che si auspica potranno effettuarsi grazie ad una collaborazione fra la Soprintendenza, il Comune e la Guardia Costiera di Cirò Marina- pertanto, potranno consentire di acquisire ulteriori dati circa l’esatta natura e la datazione del natante.