“La festa della vendemmia” si è svolta, come da anni, a cura dell’oramai nota e affermata Cantina Librandi, nella giornata di sabato scorso. Nello scenario tipico dei vigneti Rosaneti, in Rocca di Neto, tra profumi di uve appena raccolte e filari di viti, pigiatura della stessa a cura degli stessi ospiti, si è conclusa una giornata intensa che ha avuto il suo avvio nella mattinata con la visita da parte dei numerosi ospiti intervenuti della Cantina S.Gennaro. Questo periodo è l’ideale per visitare i vigneti, partecipare insieme ai vignaioli alla raccolta dell’uva e alle prime fasi di lavorazione. È il momento in cui le aziende si animano del lavoro frenetico e incessante in vigna e della selezione dei grappoli migliori, durante il quale Il profumo delle uve e del mosto accoglie gli enoappassionati in molte cantine Italiane. Per accogliere al meglio gli appassionati, le aziende organizzano eventi speciali che vanno al di là del mondo della viticultura in senso stretto, feste, musica, arte, spettacoli, concerti, cucina tipica, insomma il meglio del proprio terroir che si traduce in biglietto da visita non solo del prodotto enologico, il vino, ma dei suoi profumi, della sua storia, della sua cultura, della sua enogastronomia. Un evento che per la sua tipicità e specifica azione coinvolgente di più settori, dovrebbe e potrebbe dare un impulso decisivo al rilancio del nostro territorio, legando in maniera costante e al passo con i tempi la sua forza produttrice. Un rilancio, come ci ha dichiarato, crediamo, il padre di questa rivoluzione della viticultura locale, Nicodemo Librandi, “che legata all’enogastronomia e cultura, oltre le bellezze naturali e il mare, potrebbero dare modo finalmente di organizzare un calendario più lungo per una fruizione turistica che consentirebbe un sistematico e definitivo rilancio del territorio.” Questo perché, ha aggiunto Nicodemo Librandi, “c’è un’atavica ritrosia verso la coesione e collaborazione, laddove il problema è restituire dignità al reddito rurale dei piccoli viticoltori e conferitori, per recuperare l’orgoglio contadino e al tempo stesso, innalzare la costanza della qualità della viticoltura e, conseguentemente, delle uve, legandole ai prodotti tipici, alle tradizioni gastronomiche.” Un’iniziativa, quella di sabato scorso, che ha visto coinvolta la condotta Sloh Food di Crotone, con il presidente, Antonio Dantoni, intervenuto anch’esso e alla quale hanno partecipato numerosi appassionati e ospiti. E’ stato proprio il presidente Dantoni, sentito da noi, che ha oltremodo sottolineato la valenza della strada intrapresa dalla Cantina Librandi “che continua la sua strada volta a recuperare la tradizione, che ha sintetizzato dicendo: buono, pulito e giusto, riferendosi naturalmente, al gusto, alla ricerca del Gaglioppo in purezza, al giusto prezzo.” Una scelta che punta quindi al recupero del territorio, alle sue tradizioni, alla ricerca della vite autoctona. Basta con “l’internalizzazione” quindi, ma un ritorno alla “pasta e ceci” cucinata magistralmente durante la visita e consumata al fianco di tanti altri piatti tipici locali, ai canti popolari, con il maestro Bellio che si è speso cantando fra gli ospiti, alla valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze, gastronomiche, enogastromiche e culturali. Un processo che richiede, oggi più che mai, una presa di coscienza di tutta la filiera, produttiva, economica e Istituzionale, per restituire al comparto vitivinicolo e quanto ruota intorno ad esso tutto ciò che c’è di bello e buono. Per questo obiettivo, ci riferisce Nicodemo Librandi, si è ragionato con la condotta di Sloh Food, di rilanciare questa iniziativa anche negli anni a venire, facendone un punto fermo nel panorama degli eventi , una grande “Festa della vendemmia”, legata indissolubilmnte alla sua cultura, storia, tradizione e bellezze naturali.