Gli uomini e le donne della Polizia di Stato in servizio alla Questura di Cosenza giornalmente effettuano servizi mirati a prevenire ed a reprimere quei reati che provocano un danno diretto al cittadino, quali scippi, rapine, furti e furti di auto, in quest’ultimo caso, con la richiesta estorsiva del “cavallo di ritorno”.
Con l’aiuto di nuove tecnologie dedicate, il personale della Polizia di Stato agisce in modo più incisivo riguardo la prevenzione di determinati fenomeni ed i risultati, a conferma dello sforzo profuso, sono incoraggianti.
Nei giorni scorsi sono stati sventati alcuni furti, anche di auto, in flagranza e gli autori sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Cosenza diretta dal Procuratore Capo d.re Spagnuolo.
A seguito di pedinamenti e appostamenti il personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico – Squadra Volante ha scoperto un rifugio/covo dove i malviventi parcheggiavano momentaneamente veicoli rubati in attesa del “cavallo di ritorno” o di essere smontati e rivenduti come pezzi di ricambi.
Nel particolare il bunker scoperto era perfettamente mimetizzato – quasi da manuale di tecniche militari – nella vegetazione che in quella zona cresce spontaneamente.
L’entrata del “nascondiglio di auto rubate”, a cui si accedeva da una frequentata strada sita nei pressi dello Stadio San Vito, era resa quasi invisibile da un telo, a sua volta ricoperto da finte foglie, che dava l’accesso ad un anfratto abilmente ricavato nella fitta vegetazione a modo di galleria.
Sono in corso indagini finalizzate all’individuazione degli ideatori del covo e all’identificazione dei due malviventi complici.