La provocazione del coordinatore cittadino del CCI e assessore provinciale, Vincenzo Scarcello. Emergenza incendi, nonostante la macchina degli interventi in Calabria è attiva da settimane, la nostra regione e principalmente il territorio della Provincia di Cosenza e dell’entroterra della Sila Greca continuano a bruciare, facendo registrare anche quest’anno danni inestimabili al patrimonio ambientale e all’economia agroforestale e turisticoforestale. Eppure ormai ogni giorno vediamo sfrecciare sulle nostre teste canadair ed elicotteri che fanno la spola tra il mare e la montagna in un frenetico via vai volto a domare le fiamme. Siamo sicuri che non si tratti dell’ennesimo sperpero di risorse pubbliche senza nessuna logica e programmazione?
È la provocazione che oggi, nell’ennesimo giorno in cui buona parte della Sila continua a bruciare, il coordinatore cittadino di Rossano de Il Coraggio di Cambiare l’Italia nonché Assessore provinciale alla Programmazione economica e al patrimonio, Vincenzo Scarcello, lancia alle Istituzioni.
Tutto questo impiego di tecnologie e risorse – aggiunge Scarcello – oggi non basta più. Anzi probabilmente è del tutto inutile. Perché, come si ricordava nei giorni scorsi, manca il coordinamento di una direzione delle operazioni di spegnimento e mancano uomini specializzati che prima c’erano ed oggi, causa la riforma Madia, sono stati dislocati inutilmente in altri reparti. E al danno si aggiunge la beffa di una programmazione preventiva inesistente. Se è vero che un’ora di volo di un canadair costa 14mila euro e ammesso che dall’inizio dell’emergenza incendi siano stati compiuti almeno 100 ore di volo (stima al ribasso), a conti fatti sono stati spesi finora 1,4 milioni di soldi pubblici per cercare di spegnere fuochi. E non ci siamo nemmeno riusciti, vedendo andare in fumo, nonostante gli sforzi e l’impegno eroico di vigili del fuoco, operai forestali e volontari, centinaia di ettari di boschi con gravi danni all’economia agricola e turistica di cui sono ricche le nostre montagne.
Non era meglio investire questi soldi – si chiede il coordinatore del CCI – in prevenzione, magari con progetti che avrebbero consentito la pulizia preventiva dei fondi boschivi? Non sarebbe stato meglio assorbire operai specializzati, anche a tempo determinato, nei mesi primaverili per avviare quest’opera di prevenzione che, tra l’altro, avrebbe dato una boccata al mondo del lavoro? Sarebbe opportuno, allora – precisa ancora Scarcello – che il Governo trovi il coraggio di fare un passo indietro su alcune delle riforme varate, come quella per la pubblica amministrazione, i cui danni provocati ormai sono palesi e irrimediabili. Che bisogno c’era di smembrare il Corpo forestale senza prevedere una soluzione alternativa valida? Misteri di certa politica che, ahinoi, continua a sperperare soldi pubblici senza raziocinio e soprattutto senza idee