A quasi un anno dall’insediamento di questa Amministrazione, pur convivendo le tante emergenze della nostra realtà quotidiana, ritengo di dover comunicare alla città ed ai suoi cittadini il mio compiacimento per un importante e, credo, decisivo lavoro svolto dal mio Assessorato accompagnato dall’intera Giunta, e sostenuto e confortato da un pool di collaboratori che hanno definito il progetto dell’Antica Kroton.
In sinergia con il Segretariato regionale del Mibact e con la Regione Calabria, è stata definita un’impostazione che vedrà nei prossimi anni la città di Crotone come epicentro di interventi tesi a riscoprire e a fare emergere le testimonianze del nostro grande passato e a restituire a Crotone un’identità brutalmente rimossa e svilita dalle semplificazioni e dalle approssimazioni del nostro Novecento, condizionato da esigenze produttive massificanti e totalizzanti.
Crotone è seduta su un tesoro di cui non abbiamo mai avuto piena contezza; da Capo colonne al centro città, fino alla zona nord già industrializzata, le vestigia delle civiltà magno greche e romane, e le testimonianze del medioevo e della prima età moderna ci avvolgono e ci connotano.
Finalmente nei prossimi anni potremo avere la possibilità di utilizzare e rendere fruibile questo enorme patrimonio per restituirlo non solo a Crotone ma all’Italia, al Mediterraneo e al mondo intero.
I cittadini di Crotone e dell’intero territorio devono comprendere ed acquisire la consapevolezza che questo processo di riscoperta implicherà non solo una materiale attività “archeologica”, ma anche una nuova dimensione culturale, sociale ed economica che potrà di fatto promuovere la nuova città.
Dobbiamo pensare che niente potrà più essere come prima. Tutto dovrà essere disegnato secondo parametri nuovi; basta pensare alle implicazioni urbanistiche, alle attività culturali, a nuove e specifiche professionalità da utilizzare ed esaltare. Quindi un adeguamento anche della scuola, una nuova “filosofia” dell’accoglienza, una nuova capacità di offerta per la fruizione del patrimonio naturalistico e paesaggistico; una nuova qualità dei servizi che sarà imprescindibile. Inevitabile sarà l’affermazione di un nuovo ceto burocratico, adeguato ed attento alle prossime esigenze e capace di interagire con realtà esterne; quindi anche nuove maestranze e nuova imprenditoria. Bisogna sforzarsi di uscire dalla dimensione curtense per aprirsi al mondo e per proporsi come punto di riferimento. Sarà una bella sfida!
Perché così possa essere, la parte più pregnante dell’intero progetto, di cui il Comune di Crotone è ente attuatore, è il parco archeologico urbano che dovrà essenzialmente consistere nella riacquisizione da parte della città del suo patrimonio passato, nel senso della restituzione dei beni culturali materiali che oggi giacciono sepolti. Anche perché così può essere “verticalizzato” l’effetto principe dell’intero progetto, che è sostanzialmente un progetto di rigenerazione urbana.
Le moderne tecnologie che accompagneranno le attività principali potranno virtualmente esaltare non solo il progetto stesso nella sua interezza quanto soprattutto il patrimonio immateriale. Uno sfondo e una suggestione unici in cui si staglia la figura di Pitagora insieme con gli altri celeberrimi protagonisti della comunità pitagorica. Tutto questo per divulgare e partecipare la conoscenza di una realtà, Crotone, sempre e ancora oggi identificata nel mondo come la città di Pitagora e del pitagorismo.
La definitiva fase di condivisione e di concertazione con la Regione Calabria e con il Segretariato regionale sarà incentrata su questi temi fondamentali.
Questa nuova realtà dovrà progressivamente essere confortata da una efficiente piattaforma infrastrutturale; sarebbe paradossale che il polo archeologico di Crotone realizzato con tanti sforzi e tante difficoltà venisse poi svilito dalle precarie dotazioni della mobilità attuale.
E dunque Antica Kroton è e dovrà essere il volano della crescita e del riscatto dell’intero territorio.
Crediamo tanto negli effetti “catartici” di questo progetto, che è l’unico strumento per trasformare e sovvertire una storica marginalità e perifericità in una dimensione di centralità europea e mediterranea.