Finalmente adesso è possibile vedere dalla centralissima Piazza Pugliese, il castello Carafa, in tutto il suo splendore, mettendo a nudo pietra dopo pietra, i cinque archi medievali del manufatto. Lavoro questo che consentirà, di valorizzare la Torre Pentagonale e, quindi, il lato nord ovest dell’imponente ed affascinante struttura realizzata alla fine del XV secolo. “Si avvia a completamento – spiega il vice sindaco Francesco Paletta– quel percorso di riqualificazione complessiva del borgo progettata e messa in atto dall’Esecutivo Caruso attraverso l’abbattimento di case parzialmente abusive realizzate prima della seconda guerra mondiale”. Il progetto, per un importo di 47 mila euro circa, è stato finanziato con i proventi derivanti dalle royalties annualità 2011”. Il
castello dalla sua posizione elevata a 360 metri gode di un panorama suggestivo che spazia sui tetti delle case paesane fino al mare attraverso i suoi maestosi merli e le maschere apotropaiche. Posto nella parte alta del vecchio borgo si presenta con una vasta pianta a forma trapezoidale con due torri angolari circolari scarpate e un bastione pentagonale merlato. Alla corte interna, con all’interno magazzini e stalle che sovrastano i sotterranei, si accede mediante un androne con una volta a botte. Il lastricato della corte presenta, una stella a nove punte esternamente, mentre all’interno una stella a otto punte, rappresentante una meridiana con attorno tutti i segni dell’oroscopo.La sua muratura è costituita da pietrame sbozzato allettato da abbondante malta. L’epoca in cui viene collocato il castello fa capo ai secoli XIV-XVI. “Ricordato in epoca angioina, a cui possono risalire le torri tonde scarpate, fu rinforzato dai Carafa in epoca aragonese con la costruzione del baluardo pentagonale”. Nel tempo si susseguirono diversi interventi di restauro: “nel 1712 fu aggiunto un corpo a due livelli tra il bastione e il corpo ad est. Nel 1842 fu consolidato il lato ovest. Nel 1923 furono rifatti gli interni”. “L’edificio trasformato in palazzo fu abitato fino alla metà degli anni ‘50” ed ospitò personaggi illustri quali Casoppero, Re Carlo III di Borbone, Vescovi. Si narra che l’interno del castello, suddiviso in ben 365 stanze, custodisca un tesoro mai rinvenuto. Sotto l’atrio invece esiste una vasca sotterranea chiamata la stanza pazza, dove la temperatura rimane sempre costante a circa 10 gradi, dove si accede attraverso una stretta scala a chioccia in pietra. Recentemente il sindaco ha acquisito al patrimonio comunale, un terzo del Castello Carafa. Si tratta dell’erede di Francesco Giglio, il dottore Mario Pignataro che ha pattuito la vendita della sua quota per 80 mila euro con il sindaco Mario Caruso, grazie ad un accordo di transizione, visto che il comune aveva speso 260 mila euro per mettere in sicurezza questa parte di Castello, compensando la vendita con la somma di 80 mila euro . La parte del castello ceduto, è quella che si affaccia su Piazza Pugliese e su viale Lilio. Rimane ancora in mano agli altri due proprietari Michele Colucci e Tucci Pier Francesco Giglio. Gli ottanta mila euro sono giunti grazie ad un contributo straordinario chiesto al Ministero dei beni culturali . La cosa più importante precisa Caruso è che ora essendo una parte del castello di proprietà comunale, possiamo accedere ai finanziamenti europei –Fondi Por per il restauro ed il recupero dell’antico maniero. E’ sicuramente un evento storico questo, visto che da anni tutte le amministrazioni hanno tentato di comprarlo. Un successo questo grazie alla volontà del sindaco Mario Caruso e della sua Giunta, i quali si sono prodigati per combattere burocrazie e ostacoli. Già i primi risultati si sono visti con l’abbattimento delle case attorno al castello, restituendo ai cittadini il suo atavico splendore con nicchie , passaggi segreti, ponte elevatore e torri. I lavori di abbattimento degli immobili che costeggiavano l’antico maniero, sono stati eseguiti per far ammirare le antiche mura del Castello ed avere una piazza più grande. L’obiettivo era quello di rendere più vivibile piazza Pugliese e far ammirare le antiche mura del Castello a turisti e visitatori.
Sperando che queste opere di riqualificazione siano eseguite a regola d’arte e seguito da una direzione dei lavori capace, non come quelli fatti sulla chiesa madre che cade a pezzi.