Mi pregio di comunicarVi che la Sig. I. Maria (vedi allegato), potrà curarsi con farmaci cannabinoidi (Bedrocan®) a carico del SSR e con l’occasione, oltre alle mie richieste, colgo l’occasione per fare chiarezza sulla possibilità di cura, per persone affette da patologie croniche resistenti alle terapie tradizionali, con le infiorescenze di cannabis terapeutica (o derivati). La notizia ha del clamoroso perché dopo più di dieci anni da quando la Calabria ha importato (prima regione in Italia) il suddetto farmaco dispensandolo a carico del SSR (nel 2005 ai sensi e per gli effetti del D.M. 11/02/1997), la signora I.M. ha dovuto inscenare una protesta pubblica per un farmaco indispensabile e insostituibile.
Ma si può prescrivere la cannabis Terapeutica? La normativa nazionale è chiara: il costo del farmaco è a carico del SSN se alla prescrizione, effettuata in Regime Ospedaliero (ambulatorio, day-hospital o ricovero) segue la dispensazione diretta tramite Farmacia Ospedaliera; al contrario è carico del paziente se a dispensarlo sono le Farmacie territoriali o quelle pubbliche.
Le cosiddette spending review (impropriamente chiamate “leggi” regionali) da circa 10 anni hanno rallentato il processo di terapia con cannabis: i tagli preventivi della spesa farmaceutica hanno creato una situazione a macchia di leopardo sul territorio nazionale. Il Ministero della Salute, al fine di uniformare il quadro nazionale entro il 2017, dal novembre dello scorso anno ha avviato un progetto pilota (raccolta dei dati per operare un bilancio a consuntivo e definire i limiti di accesso e, notizia di qualche giorno fa, ha messo in commercio i primi lotti di una varietà prodotta all’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze; inoltre, nelle more della messa a regime della produzione statale di cannabis, l’Ufficio Centrale Stupefacenti del Ministero della Salute continuerà ad autorizzare l’importazione di cannabis ad uso medico non disponibile sul territorio nazionale. Il Ministero della Salute garantirà, inoltre, la continuità di cura a chi ha già iniziato la terapia con cannabis (http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=2365 ).
La Regione Calabria, non ha colto la possibilità di primeggiare su questa “nuova” possibilità di cura e, dalla coda del carro, resta ferma a guardare. Com’è possibile tutto ciò? Con la Sig. Maria, in Calabria, sono solo due i nuovi pazienti che ritirano la cannabis a carico del SSR (!): la protagonista della protesta che ha dovuto farsi aprire oggi le porte dal Dr. Sergio Arena, Commissario Straordinario ASP Crotone, e, da giugno, il Sig. D.V. di Lamezia Terme grazie alla disponibilità della Dr. Scillia della Farmacia Territoriale.
Sono due casi isolati (entrambi con piano terapeutico prescritto a Pisa per la terapia del dolore) ed entrambi risolti con la soluzione più dispendiosa (a proposito di spending review): le farmacie territoriali ed ospedaliere non importano il farmaco, non lo acquistano dalle Aziende Farmaceutiche, ma dalle farmacie pubbliche pagandolo più di 30 Euro/g!: per la Sig. Maria lo acquisteranno alla Farmacia Coppola di Cosenza mentre il paziente lametino presenta il piano terapeutico alla Farmacia Ospedaliera, poi la prescrizione su carta bianca redatta dal Dott. Russo della terapia del dolore di Catanzaro ad una farmacia pubblica di Catanzaro e infine la fattura al PO di Lamezia che paga la fornitura. Si tratta di una distribuzione diretta complessa a costo quintuplicato dovuta al fatto che i medici di Pisa prescrivono secondo le indicazioni della regione Toscana e non tengono conto che in Calabria non ci sono restrizioni regionali e disposizioni/indicazioni aggiuntive per cui tutto diventa più complicato.
Agli altri pazienti che nel corso degli anni, dopo l’esordio glorioso, hanno presentato richieste d’importazione di medici esterni alle nostre strutture Ospedaliere (i pazienti R.C. e A.B. di San Giovanni in Fiore, R.R. di Roggiano Gravina, G.M. di Morano Calabro, G.B. di Catanzaro, ecc,) quando verrà data la possibilità di cura e quindi il diritto alla salute? E ai medici che lavorano all’interno degli Ospedali Calabresi perché non viene concessa la possibilità di presentare richieste del farmaco (importazione/acquisto) alle farmacie interne (i pochi a farlo, prescrivono su carta bianca con costi a carico del paziente)? E il sottoscritto? Aveva iniziato le importazioni del farmaco, ma la scomparsa prematura dello specialista di riferimento (Prof. Andrea Pelliccia) gli ha di fatto precluso ogni possibilità d’accesso; poi licenziato dalla UOC di Neurologia del PO SS Annunziata per il monitoraggio clinico, come può ottenere la continuità di cura? Ci sono pazienti di serie A e pazienti di serie B?
Dal 2002 la situazione è pressoché invariata. Le farmacie ospedaliere e territoriali, non coordinate tra loro, negano l’accesso ai derivati naturali della cannabis medica. I Responsabili delle Farmacie Ospedaliere e Territoriali sono di fatto tutti allineati nel negare questa possibilità terapeutica: la Dott.ssa Scalise, responsabile della Farmacia Ospedaliera di Crotone (salvo miracoli dell’ultima ora) lo fa ininterrottamente dal 2002, così come la Dott.ssa Carnevale (A.O. di Cosenza) che dal 2008 ad oggi non ha dato disponibilità alcuna, lo stesso dicasi per le farmacie di Catanzaro, mentre da Vibo Valentia e Reggio Calabria non mi sono giunte nuove. Perché questa resistenza? Forse per stigmi e pregiudizi? Non ci è dato sapere, ma si potrebbe addirittura pensare che esista la volontà di favorire lobby contrarie per ovvii motivi alla terapia con cannabis.
Ciò doverosamente premesso, in attesa di risposte, si
CHIEDE
1) Il pronto intervento del Dipartimento Farmaceutico e Tutela Salute affinché si sollecitino le farmacie ospedaliere a dar corso alle richieste d’importazione e/o prescrizione, regionali ed extraregionali, affinché si contribuisca al progetto pilota nazionale per la Cannabis Terapeutica e, anche con i dati clinici dei pazienti calabresi, alla definizione di linee guida uniche al fine di garantire l’accesso alla cura a carico del SSR (in regime ospedaliero) ai pazienti affetti da patologie croniche invalidanti che non trovano giovamento alcuno dalle terapie farmacologiche tradizionali.
2) Al Consiglio Regionale di non procedere a determinazioni amministrative per limitare preventivamente la spesa farmaceutica per la cannabis terapeutica in quanto in Calabria non esistono dati clinici e di spesa su cui poter fondare valutazioni di bilancio; inoltre, i tempi per la discussione, l’approvazione e l’attuazione rimanderebbero ulteriormente la possibilità di cura laddove appare necessario, invece, procedere speditamente ad uniformarsi alle raccomandazioni ministeriali e a partecipare attivamente alla raccolta e alla produzione dei dati necessari al progetto pilota ormai in dirittura d’arrivo (tant’è che come sopra detto, sono già stati messi in commercio i primi lotti prodotti dall’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze.