Alle prime ore del 4 dicembre 2016, giungeva accompagnato dai propri genitori presso il locale pronto soccorso un giovane venticinquenne che dichiarava a quel personale medico di essere stato vittima di una violenta aggressione; effettivamente i sanitari dopo accurate visite specialistiche gli diagnosticavano un “trauma cranico e facciale e trauma ginocchio destro” con una prognosi di giorni 30.
Sulla scorta di quanto sopra, la madre del ragazzo nel primo pomeriggio successivo dello stesso giorno avvisava la sala operativa della Questura di quanto accaduto. Intervenivano sul posto la volante di zona, nonché personale della Squadra Mobile che accertava l’effettiva violenza fisica ai danni del giovane, tuttavia in circostanze ancora non definite.
Le immediate attività investigative avviate dal personale della Mobile, supportate da escussioni di testi e dalla visione di alcune immagini di telecamere collocate in questo centro cittadino, consentivano di addivenire in breve tempo alla ricostruzione dei fatti. In particolare si appurava che la vittima era stata dapprima oggetto di un tentativo di aggressione nei pressi di un locale cittadino, dopo una lite nata per futili motivi con un gruppo di coetanei. Sfuggito a questo primo insano gesto, nonostante si fosse allontanato repentinamente dal luogo, veniva inseguito dal gruppo di giovani per le vie del centro cittadino. Sottrattosi all’inseguimento, quando successivamente faceva rientro presso la propria abitazione, trovava sotto casa il gruppo di inseguitori ad aspettarlo; immediatamente veniva aggredito selvaggiamente con calci e pugni. Al pestaggio assisteva la madre del malcapitato che svegliata dalle urla provenienti dalla strada, si affacciava dal balcone di casa e notava un ragazzo a terra sopraffatto da altri individui. Vista la scena urlava e metteva in fuga gli aggressori. Solo a questo punto si accorgeva che l’aggredito era il proprio figlio, quindi scendeva immediatamente prestando le prime cure e data la gravità della situazione, lo accompagnava in ospedale. Le successive attività investigative permettevano di individuare ed identificare gli autori del grave fatto, 4 giovani crotonesi di un età compresa tra i 19 e i 22 anni. Gli stessi, venivano deferiti alla competente A.G., poiché indagati per il delitto di cui agli artt. artt.582 e 585 c.p. (lesioni personali aggravate).
Nell’ambito della predetta attività d’indagine, veniva altresì indagato per il reato di cui all’art. 631 c.p. (omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale) il medico di turno del pronto soccorso del locale nosocomio, in quanto all’atto di prestare le cure mediche al paziente, ometteva di avvisare le forze dell’ordine nonostante lo stesso avesse dichiarato di essere stato vittima di una violenta aggressione.