Il Gav si astiene dall’urna in occasione del referendum confermativo del 4 dicembre 2016. Le ragioni sono racchiuse nella scarsa credibilità dimostrata dallo Stato circa la chiusura dell’ex Tribunale di Rossano, su cui continua a gravare un singolare e drammatico silenzio. L’unico Palazzo di Giustizia soppresso in Calabria, senza una motivazione ufficiale che giustifichi tale scelta, almeno in relazione ai presidi di Paola, Castrovillari e Lamezia, tutti ben collegati con i rispettivi capoluoghi di provincia. Le cronache riportano come tale provvedimento sia stato assunto in una notte, con dei retroscena raccapriccianti su cui lo Stato non ha inteso avviare alcuna attività d’indagine. Un’autentica vergogna! Una brutta pagina per il sistema investigativo italiano.
Il Gav nel ribadire che nessun tribunale avrebbe dovuto essere soppresso in Calabria, protesta democraticamente contro l’indifferenza posta in essere da alti organi dello Stato:
Il Presidente della Repubblica che ignora la nostra legittima richiesta di essere ricevuti;
Il Consiglio Superiore della Magistratura che non ha ancora sciolto alcuna riserva sui dossier consegnati nell’aprile scorso;
Il Ministro della Giustizia Orlando, che tace sulla vicenda di Rossano;
La magistratura inquirente che non ha dato risposte riguardo ai retroscena che si celano dietro la chiusura del tribunale di Rossano.
L’aspetto più inquietante è che si sono ormai create le condizioni perché i veri responsabili dell’anomala chiusura del tribunale di Rossano non saranno mai perseguiti penalmente, poiché si è ormai prossimi alla prescrizione. Oggi possiamo dire che la triste vicenda dell’ex presidio di giustizia non avrà mai dei colpevoli.
Avevamo chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare protesa a fare chiarezza sulle gravi ombre, mai scacciate, che ruotano attorno l’ingiusto illegale ed illecito atto, anche qui ogni tentativo è risultato vano.
Il Gav coglie l’occasione per esprimere tutta la solidarietà ai 18 soci-lavoratori della Cooperativa “C.V.N.” che da oltre 16 anni è stata impegnata nelle attività di vigilanza e di sicurezza presso l’ex tribunale di Rossano. Le maestranze, dopo la decisione dello Stato di sopprimere il presidio giudiziario, hanno deciso di sciogliere la cooperativa per mancanza di committenza. Si tratta di 18 nuovi disoccupati.