All’età di 19 anni, fresco di diploma, inviai la domanda di arruolamento nel’l’Esercito Italiano, come volontario, un po’ per patriottismo e un po’ per la voglia di avventura, non basterebbe scrivere per raccontare tutte le cose positive e negative che mi sono successe in quegli anni.
Sono stato in diverse città tra cui: Napoli, Roma, Trani, Messina e molte altre per motivi di servizio. Il primo anno di servizio lo passai per lo piu in addestramento, tra campi d’arma e addestramento con vari armamenti e mezzi, presso il 9^ Reggimento Fanteria Bari, dopo circa un anno, partecipai al concorso per il vfp4, ovvero volontario in ferma prefissata quadriennale.
Superai il concorso e con il grado di caporale mi trasferirono al 5^ reggimento fanteria Aosta, dove dopo qualche mese, iniziai l’addestramento per una missione all’estero.
Per farla breve, nell’agosto del 2014, all’età di soli 22 anni, mi ritrovai in Afghanistan, la prima volta in vita mia che ho preso un aereo per andare a piu di 5.000 km da casa. L’Afganistan è uno dei paesi piu poveri del medioriente, dilaniato da piu di 30 anni di guerre. Fui inquadrato nella task force regional command west di istanza a Herat, con l’incarico di mitragliere ovvero l’uomo che sporge dalla botola dei mezzi. In breve, la nostra missione comprendeva il controllo e la sorveglianza del territorio e dell’aereoporto internazionale di Herat, tramite pattugliamenti perquisizioni e posti di blocco. Sono stati sei mesi lunghi e intensi, senza dimenticare la sofferenze per la distanza da casa dalla mia ragazza, dai miei cari genitori e dai miei amici, è stato come che per sei mesi, la mia vita si è bloccata, messa in pausa per poi riprendere al momento del ritorno.
Uno dei tanti avvenimenti in cui sono stato coinvolto, è stata la storia del nostro interprete afghano, 27 anni, tre lauree e oltre alla sua lingua, ne parlava altre 4: italiano, spagnolo, tedesco e inglese. Ogni giorno, alle 5:30 del mattino, si presentava per prendere servizio ed era sempre allegro, era vestito con pantaloni e giacca, a volte ai piedi indossava i sandali. Un giorno, durante uno dei nostri servizi, accade un fatto molto singolare, diciamo cosi.. di piu non posso dire, allora chiamandolo per nome (che non posso dire), gli chiesi:
Ma tu conosci queste lingue, hai tre lauree, perche non te ne vai? perche non provi ad andare in europa o da qualche altra parte e lasci l’Afghanistan?
Lui rispose: caro Domenico, il mio sogno non è andarmene, il mio sogno e vedere la mia terra ricca e senza piu sofferenza, poi se me ne vado io, agli altri giovani come me, cosa resterà di questo paese oltre la sabbia?
Rimasi in silenzio non ho saputo dargli una risposta, e allora dopo qualche tempo, pensai alle sue parole e mi sono chiesto: ma io perche me ne sono andato dalla mia terra? perche ho abbandonato tutto? per fare cosa? e se tornassi nella mia terra e provassi a fare qualcosa?
Dopo circa un anno dal mio rientro dall’Afghanistan, mi congedai con il grado di caporal maggiore. Rientrai a Cirò Marina, all’età di 24 anni, decisi di aprire un negozio di prodotti per l’agricoltura zootecnica e alimenti per animali domestici. Ogni mattina mi sveglio e apro il mio negozio, sono felice di farlo, perchè anche se è una piccola attività, aggiunge un tassello in più alla mia cittadina, Cirò Marina. Mare stupendo, cibo squisito, immerso tra monti colline boschi e mare. Allora io mi chiedo, perche tanti giovani devono abbandonare questa terra? perchè non possiamo provare tutti insieme a dare un altra direzione a questo paese? Cambiare in meglio si può, basta mettersi un po di impegno, l’importante è provarci, non chiedere cosa possono fare le persone per noi, ma cosa possiamo fare noi per gli altri.
Caro Domenico non tutti sono portati per servire la Patria (a pagamento) pero’ non c’e’ niente di male fare in alternativa un’altra attivita’.Auguroniiii
Ben tornato Domenico e in bocca al lupo per la tua attività, quello che affermi è verissimo, spesso si dice che le cose devono cambiare, ma chi lo dice sovente rimane alla finestra a guardare e tutto rimane come prima.
Il dire non basta è il fare che fa la differenza.
Saluti