Qualche anno fa al Comune di Soveria Mannelli, assieme Mario Caligiuri sindaco, amministrava lo storico Giordano Bruno Guerri che è stato l’unico assessore al mondo con la delega alla “provocazione culturale e al dissolvimento dell’ovvio”. E ovviamente e provocatoriamente cosa ti va a proporre per quella cittadina? Un bel monumento al cassonetto. Proprio così! Avete letto bene! E ne spiegava le ragioni nel suo quotidiano “Bollettino di Guerri”. “È ovvio tutto ciò che ci sembra così normale da non doverci riflettere. È ovvio che, per poterli eliminare, i rifiuti devono essere raccolti. È ovvio che quindi occorrono i cassonetti per la spazzatura. È ovvio che i cassonetti, destinati alla spazzatura, siano sporchi e brutti …l’indispensabile presenza degli antiestetici e sporchi cassonetti ci abitua al brutto.” E proseguiva:” Nessuno fa più caso a quanto siano orribili quegli scatoloni: dunque il nostro senso della bellezza subisce ogni giorno un danno, anche se non ce ne accorgiamo”. Per questo aveva proposto di elevare in un giardinetto davanti ad un cinema teatro, un monumento appunto al cassonetto. Tanto più che “sarà – continuava il Guerri- un’opera suggestiva ed economicissima: su una semplice base di cemento alta circa due metri verrà posto un vecchio cassonetto”. E non finivano qui le ragioni di quell’Assessore, perché spiegava che: “come tutti i monumenti civici servirà a ricordarci qualcosa: tutti, vedendolo, diranno ‘quant’è brutto’ e ogni volta che vedranno un cassonetto registreremo che è brutto, vaccinandoci da un danno certo al senso estetico, elemento preziosissimo della nostra vita”. “ Così – continuava imperterrito Bruno Guerri – impareremo sia a tenerli più in ordine sia a protestare quando vengono posti in luogo inopportuno”. Beh, cari lettori, silenzio e meditate! Passata la stagione del mitico sindaco Pasquale Senatore che di monumenti ha adornato la città, venne il Vallone che ci lasciò, se la memoria non fa difetto, due, solo due, monumenti: uno insignificante e l’altro mediocre. Al fresco Pugliese ancora non possiamo rimproverare nulla, ha tante altre gatte da pelare che pensare ad una qualche stele o cippo. E però gli consigliamo, per inaugurare il nuovo anno 2017, un monumento al cassonetto per due motivi: costerà pochissimo e didatticamente avrà la sua utilità. Non come il Gladio che troneggia inutile e solitario sulla collinetta acropoli di Parco Pignera. Perché un monumento al cassonetto a Crotone? Ma certamente per dare lustro ai tantissimi cassonetti sparsi in tanti luoghi inopportuni della città capoluogo ed anche nei centri della provincia. Ormai ci sono cassonetti di tutti i colori e di tutte le forme, dappertutto, lungo le strade cittadine, nelle piazzette arredate e davanti a chiese e santuari ed antichi palazzi. Un breve elenco, mi sia consentito, dei posti inopportuni della nostra città che “ospitano” i maleodoranti e ingombranti contenitori. Li vediamo a Capo Colonna davanti alla chiesa dove restano colmi per parecchi giorni, davanti all’area museale sempre al Promontorio Lacinio, davanti all’ingresso della Villa comunale adiacente al Palazzo Barracco di piazza Castello, nei pressi dei complessi turistico – alberghieri lungo la panoramica costiera. E mi fermo qui. Ma soprattutto viene invasa la Piazzetta dell’Immacolata, quella che sarebbe dovuta divenire il “salotto culturale” della “città europea” e ancora della “città giardino. Questa Piazzetta continua ad offrirsi come luogo non proprio ospitale, una piazzetta che altrove ci invidierebbero, uno spazio urbano questo che già da tempo ospita tante ed apprezzate manifestazioni culturali ad ogni livello ed anche di alto respiro. Già perché Piazzetta Immacolata continua ad essere uno spazio di raccolta rifiuti. Eppure siamo in una delle più antiche strade di Crotone, quella che Leonida Repaci definì la Via dei Baroni. Qui pochi anni orsono son venuti alla luce i resti della cinta muraria della Crotone bizantina e qui vi si è operato un restauro conservativo; questa è la Via Risorgimento che percorre il solco delle antiche mura della città medievale e che abbraccia tanta storia e fede: la chiesa dell’Immacolata tardo barocca che custodisce un bel Crocifisso ligneo del 1640; la Cattedrale e i tanti imponenti palazzi baronali. Questo è lo spazio antico e presente che deve essere custodito e privilegiato come gioiello d’arte e d’amore. Le considerazioni e lo sdegno si fermano qui, chè ulteriori rilievi a chi di dovere e competenza mi sembrano superflui. Gli amici lettori sapranno valutare.