Le nuove tecnologie come l’Internet delle cose o la realtà virtuale cambieranno il mondo e apriranno le porte a diverse opportunità di business.
La prima rivoluzione industriale è arrivata con i motori a vapore, che hanno permesso di dotare le macchine di un potere impensabile. La seconda è stata caratterizzata dall’energia elettrica, un’invenzione che ha cambiato per sempre la vita degli esseri umani. La terza rivoluzione è arrivata con i computer che permettono di moltiplicare le operazioni che siamo in grado di compiere all’infinito, e, soprattutto, la globalizzazione portata da internet. Ora, però, Zhao Xianming, presidente e CEO di ZTE, una delle aziende cinesi leader in reti di telecomunicazioni, prevede l’arrivo di una quarta rivoluzione industriale che porrà in secondo piano le altre tre, perché il suo effetto sarà esponenziale. “È quella che arriverà con la creazione dell’ Internet delle cose (IDC)”, ha affermato Xianming.
Ma in che consiste esattamente questo grande balzo in avanti? La risposta ci viene fornita da Zhao stesso: “In pochi anni circa 7.000 milioni di persone saranno connesse alla rete attraverso diversi dispositivi che aumenteranno le loro conoscenze e abilità nel fare business”. Ma l’IdC consentirà anche il collegamento di miliardi di dispositivi tra di loro, è ciò porterà alla creazione di una grandissima quantità di dati che eleveranno la civiltà umana. “La combinazione di “Big Data”, IDC, robotica, biometria e realtà virtuale, cambierà completamente la società, dall’agricoltura al settore dei servizi, ma anche l’educazione, la medicina, o le risposte date in emergenza a seguito di calamità naturali”.ù, prosegue Xianming.
Il manager di ZTE non sta delirando. In realtà, non è il solo a pensarla così, come si è potuto osservare nel primo Mobile World Congress (MWC), svoltosi a Shanghai. La diffusione delle reti 5G nel 2020, che consentirà miliardi di connessioni che richiedono progressi, come auto senza conducente, l’invio di messaggi attraverso i droni, o città intelligenti, saranno il punto di partenza per questa nuova era, che si apre con una vasta gamma di opportunità di business.
“In Giappone ci sono già molti ristoranti che hanno sostituito i camerieri in carne e ossa con dei robot. A mano a mano che aumenteranno le loro capacità, saranno in grado di svolgere compiti più complessi, come quelli che può eseguire un infermiere”, ha affermato Kazuhiro Yoshizawa, presidente dell’ operatore giapponese NTT Docomo. “È logico che questa situazione sia motivo di preoccupazione per alcuni settori della popolazione, che temono per il loro lavoro, ma apre un nuovo orizzonte di aspettative per le imprese high-tech”, continua.
Yang Jie, presidente di China Telecom, sostiene il pensiero di Yoshizawa. “Che ci piaccia o no, le macchine cambieranno le nostre vite tanto o più di Internet; è il momento di cominciare a pensare in che modo ristrutturare le società in cui molti posti di lavoro stanno scomparendo. Con lo sviluppo dell’ intelligenza artificiale il cambiamento sarà sempre più rapido e si potranno verificare delle tensioni sociali”.
Secondo GSMA, l’associazione che raggruppa gli operatori di telefonia mobile in tutto il mondo, le connessioni di persone e dispositivi alla rete risulteranno moltiplicate per 10 entro il 2020, e per 1.000 nel prossimo decennio. Ciò permetterà non solo la costruzione di case intelligenti, ma anche di un nuovo modello di fabbrica che cambierà completamente il modo di operare nel settore.
“Al momento, non solo siamo arrivati a prevedere il volume di affari che genererà la prima fase stimato intorno a 1,5 miliardi di euro”, osserva il direttore generale dell’associazione, Mats Granryd. “Inoltre è chiaro che in questa nuova era le società contratteranno molto di più con il cliente finale e meno con gli intermediari, che scompariranno. Il cliente detterà le regole e la risposta dovrà essere molto più veloce”, aggiunge.
Ora tocca all’Asia
A differenza delle prime rivoluzioni industriali, che hanno avuto il loro epicentro in Europa e negli Stati Uniti prima di diffondersi nel resto del mondo, gli esperti sono concordi nell’affermare che la quarta avrà il suo epicentro in Asia.
“Il continente si è adattato molto meglio e più velocemente a tutto ciò che ha portato l’era di Internet, dall’adozione degli smartphone, che saranno il telecomando della nostra vita, fino ai pagamenti online. A questo punto assume grande importanza il fatto che Cina e India sono i principali produttori di hardware del pianeta e con i due mercati più promettenti al mondo”, ha affermato Jason Zheng, vice presidente del produttore di chip Qualcomm.
La nuova rivoluzione industriale sarà inoltre caratterizzata dai progressi tecnologici, secondo Zeshan Qureshi, CEO di Haier mobile, “arrivando a livelli che non possiamo nemmeno immaginare”. Ciò che già si sa è che, in questo salto di qualità “nuovi materiali come il grafene saranno i protagonisti”. Permetterà di disporre di televisori che possono essere arrotolati come un tappeto, cui sta già lavorando la più grande casa di elettrodomestici cinese. “È chiaro che tali cambiamenti profondi, come quelli che i nostri genitori hanno vissuto nel corso della loro vita, potremmo viverli tra poco più di un decennio”, prevede Zeshan.
La sicurezza informatica
“Con il lancio di Internet delle cose il pericolo dei criminali informatici è salito alle stelle”. Didier Lamouche, presidente della società francese Oberthur sulla sicurezza informatica, non ha dubbi in merito. “Fino al 2000 se un hacker riusciva ad infettare un computer il suo effetto non si estendeva molto più lontano del terminale”.
Tuttavia il consolidamento di Internet ha cambiato le cose. È stato dimostrato con il primo scandalo su larga scala, rappresentato dal filtraggio dei dati di 77 milioni di utenti della console di gioco Playstation. E si è più recentemente dimostrato con il furto delle immagini del famoso servizio nel cloud di Apple. “Se questo dovesse accadere ora, immaginate il rischio che si correrà quando tutte le auto e le case saranno collegate alla rete e i nostri dati biometrici verranno memorizzati nel cloud”, afferma Lamouche.
È evidente la necessità di creare un sistema sicuro affinché abbia luogo la nuova rivoluzione industriale. “Soprattutto nel segmento dei pagamenti online, nessuna nuova tecnologia avrà successo se non si riesce a convincere il cliente che è sicuro e che i suoi dati sensibili sono ben protetti”, continua il direttore di Oberthur presente al Congresso MWC di Shanghai.
Tra i sistemi del futuro un ruolo chiave lo rivestirà la biometria. “Il controllo e la gestione che permette la biometria non la offre nessun altra soluzione in cui i rischi sono molto evidenti, come ad esempio lo scambio di identità”, ha affermato Nuño Azcona, direttore generale di B+Safe. Per micro-pagamenti, spese e transazioni, diverse aziende stanno sperimentando il metodo della “firma in aria”, che riconosce l’utente in funzione di un sistema che ne analizza il movimento. Oltre alla biometria, alcune aziende stanno utilizzando delle carte bancarie random che consentono acquisti sicuri: in una di queste, il codice CVV posto sul retro – indispensabile per acquistare Internet- cambia ogni 45 minuti, e dall’altra c’è un lettore di impronte digitali per effettuare pagamenti sui terminali che non richiedono contatto. La cosa più importante non è l’IDC, ma il pagamento delle cose, dal momento che nel prossimo futuro si potrà acquistare anche tramite i dispositivi. E questi devono essere sicuri.