Il professore Giulio Basile, storico strongolese, amante della storia e della cultura francese, in occasione dei 210 anni dal massacro dei francesi ai danni della popolazione strongolese durante il periodo Napoleonico, ha voluto ricordare questo fatto storico che ha suscitato molto interesse nella comunità crotonese. Il prof. Basile ha letto e riletto le memorie di un comandante dell’esercito Francese, Charles Pierre Lubin Griois, che con il suo esercito, la mattina del 30 luglio 1806, ha sterminato oltre 1000 anime. Ha raccontato il saccheggio ed il massacro di Strongoli, avvenuto il 30 luglio del 1806, in questa occasione si è messo in evidenza l’orgoglio ed il temperamento degli strongolesi, ereditieri di forza, fedeltà e di sacrifici, che in eventi di disperazione innalzarono il vessillo dell’eroismo. Secondo il professore Basile, l’evento “manu militari” causò un pesante tributo di vite umane, tanto è vero che la popolazione di Strongoli se nel 1805 era di 1900 abitanti, nel 1807 era scesa a 900 anime.
STRONGOLESI CON SPIRITO GUERRIERO – In questo periodo la chiesa di Strongoli, era sede vacante di Vescovo (1789/1818, anno in cu venne soppressa la sede vescovile). Si deve arrivare al 1816 affinchè la popolazione raggiungesse appena i 1200 abitanti. “Non ero mai riuscito a spiegarmi – continua il prof Basile – come mai ci fosse stato questo spaventoso calo numerico della popolazione strongolese in questo periodo e quale fenomeno catastrofico (tellurico, epidermico o bellico) si fosse mai verificato”. “Leggendo la cronologia dei terremoti succeduti in Calabria e non essendoci stata nessuna carestia o pestilenza in quel periodo, la mia ricerca era stata sempre affannosa e vi era un vuoto di anime strongolesi”.”Leggendo le memorie del generale Griois – continua il prof Basile – ho trovato di grande interesse, il capitolo IX, intitolato “La Calabre”, in cui il generale riporta la descrizione e le impressioni su quanto l’aveva maggiormente colpito. Eroicamente, i cittadini strongolesi mostravano l’orgoglio e lo spirito guerriero per custodire la propria fede verso i Borboni, cercando di difendere il proprio paese e l’onore delle proprie donne. Ma fu inutile, l’esercito francese era incontrollabile, formato com’era da mercenari polacchi, svizzeri, belgi, spagnoli e di italiani del nord. Fu un massacro, uomini, bambini e religiose violentati, sgozzati, sciabolati ed arrostiti nell’incendio”.
LE MEMORIE DEL GENERALE GRIOIS – Il 30 Luglio verso le 10 di mattina, siamo arrivati a Strongoli. Il borgo appartenente alla famiglia Pignatelli, costruito su un alto poggio cui si accede per una via ripida, ricavata tra due montagne molto vicine e dominata dalle antiche muraglia a strapiombo di Strongoli. Quando ci siamo avvicinati, ci hanno accolto a fucilate. Entrati nel villaggio, abbiamo travolto tutto in poco tempo e la popolazione si è salvata sui colli, salvo i numerosi sfortunati (oltre 1000) che hanno pagato con la vita, la debole resistenza oppostaci. Ricorderò sempre l’orribile spettacolo che mi si presentato arrivando alla chiesa, sulla porta, in una bara scoperchiata, un disgraziato fucilato dagli insorti qualche ora prima, che lo stavano seppellendo sotto il pavimento della chiesa. Sull’altare un prete, in parametri sacri, era stato sgozzato dai soldati, un altro sacerdote era stato ucciso in una cappella laterale e giaceva, riverso per metà, dentro una tomba, la cui chiusura era stata spostata. Cacciati i soldati, sono uscito inorridito da quel luogo, ricordo che un vecchio prete, a causa della sua età, non poteva scappare ed era nascosto nella vigna. Quando fu scoperto dai soldati, sono intervenuto per salvarlo dal quel furore, spero sia riuscito a salvarsi ai disordini di questa giornata. Ho raggiunto il generale comandante che si era ritirato in una casa, dove aveva trovato grossi pezzi di anguria, in quella calura li stava degustando. Il borgo intanto stava andando in fiamme, i soldati sfondavano le porte e saccheggiavano le case, sgozzavano e precipitavano la gente dalle finestre, le grida delle donne violentate si mescolavano al rumore degli spari e degli scoppiettii degli incendi. Diversi abitanti con le lacrime agli occhi mi hanno implorato di correre al convento delle monache, dove c’erano soldati polacchi che cercavano di violentarle. L’incendio si propagava velocemente per cui, riformati in fretta i battaglioni, abbiamo ripreso la strada scoscesa, percorsa in salita due ore prima. Divorati dalla sete, i soldati avevano ecceduto nel bere vino e liquori rinvenuti nelle abitazioni di Strongoli. Nonostante le frequenti soste, molti soldati francesi sfiniti dal caldo e dal vino, crollavano lungo il cammino e venivano finiti dagli inseguitori del paese. La partenza da Strongoli era avvenuto in uno scenario di straordinario orrore. Abbiamo perduto quasi 100 soldati, in quella terribile giornata”. Come estrapolato dalle memorie del generale Griois, a Strongoli le violenze perpetrate dei soldati Francesi nelle abitazioni private, furono tali da spingere alcuni cittadini di Strongoli, a compiere un’atroce vendetta: costoro, dopo aver ucciso alcuni soldati francesi, li fecero a pezzi e li diedero in pasto ai commilitoni francesi superstiti.