Un custode della storia della Chiesa, in particolare di quella di Crotone – Santa Severina? Sì, per fortuna, lo abbiamo. Sto dicendo del prof. Giovambattista Scalise, Dirigente scolastico emerito, il quale, dall’alto della sua specializzazione in Paleografia, Diplomatica e Archivistica conseguita presso la Scuola Vaticana e nella veste di archivista dell’Arcidiocesi di Crotone – Santa Severina, ha riportato in vita una grande mole di documenti altrimenti destinata all’oblio, non come arido tuffo nel passato ma vivo e vivificante itinerario di conoscenza per ripercorrere il cammino culturale non solo del Crotonese ma di tutta la Calabria e fuori di essa. Perché, per dirla con le parole del compianto Mons. Giuseppe Agostino, “un archivista, nel suo spazio silenzioso e faticoso, è un costruttore di futuro. Riporta, infatti, a vita ciò che è patrimonio sepolto e che può essere germe di vita per tutti”. Insomma Scalise, in un lavoro instancabile e più che certosino, ha creato a Santa Severina e a Crotone un archivio che, ancora per Mons. Agostino, “non è un deposito di scheletri ma una sala parto, [perché] chi entra in questa passione è un gestante di storia”. Frutto del lavoro di tutti questi anni è il riordino delle preziose carte ecclesiastiche custodite nelle buie sale e scantinati dei nostri palazzi diocesani e la pubblicazione di ben tre volumi tutti editi da Vincenzo Ursini di Catanzaro. Si tratta di “Siberene – Cronaca del passato per le Diocesi di Santa Severina- Crotone – Cariati” (1999), ristampa in volume unico della vecchia rivista “Siberene”, pubblicata ininterrottamente dal 1913 al 1927 per volontà dell’allora arcivescovo Carmelo Pujia e, dello stesso anno 1999, “L’archivio Arcivescovile di Santa Severina”. Ultimo, in ordine di tempo, (gennaio 2016) è “L’archivio storico diocesano di Crotone” . In questo su ultimo lavoro editoriale Scalise illustra con precisione maniacale quanto raccolto, visionato, catalogato, recuperato, quasi ricostruito tantissimo di quel “materiale conservato in sette armadi metallici ed in alcune scatole di cartone che includevano alla rinfusa materiale documentale unitamente a molto materiale non strettamente archivistico.” Scalise si è trovato davanti ad un’operazione molto complessa dovendosi vestire dapprima da manovale archivistico con il lavoro sulle carte da ripulire, srotolare, spianare e pressare “con un piccolo torchio meccanico manuale del mio laboratorio personale amatoriale.”
Quindi il lavoro sulla carta senza tradire l’impostazione data dal precedente archivista don Pasquale Mungari. Tale lavoro ha reso necessario ripartire il materiale cartaceo, documentario e pergamenaceo in cinque sezioni così titolate: fondo storico ex diocesi di Crotone; fondo matrimoniale ex diocesi di Crotone; fondo registri e transunti delle parrocchie ex diocesi di Crotone; fondo delle pergamene; fondo dell’Arcidiocesi di Crotone – Santa Severina con tutto quanto concernente l’episcopato di Mons. Agostino e che si compone di ben 138 cartelle. Bella opera, questa di Titta Scalise, finalizzata all’allestimento di sale archivistiche funzionali e fruibili con estrema facilità per offrire l’opportunità di conservare e costruire cultura e futuro. Gli studiosi, i ricercatori, i semplici curiosi che si recheranno al piano terra dell’Episcopio in piazza Duomo di Crotone troveranno una miniera, ricchissima e preziosa, di dati, documenti, pergamene e tanto altro ab antico ai giorni nostri. E non solo. Si potrà fruire, anche, di una sala polifunzionale per consultazione, proiezione e conferenze. Perché, come scrive Giuseppe Squillace in prefazione, “possedere dei documenti ma non poterli utilizzare è un po’ come non averli.” Il libro ha l’obiettivo di invitare il lettore ad entrare in un archivio vivo ed ospitale laddove incontra, e faccio mie le espressioni di Squillace, “ documenti preziosi il più delle volte in grado di far comprendere a pieno e illuminare pagine di microstoria e di incastrarle in contesti politici, economici e sociali più ampi.” Per il prezioso archivista, l’amico Titta Scalise, “la ricchezza e originalità del materiale documentario conservato è la premessa di un proficuo lavoro culturale futuro, dall’innegabile ricaduta sul territorio in termini di produzione di cultura e di benessere anche economico…”. Con l’auspicio che l’archivio di Crotone e quello di Santa Severina non vengano ancora una volta archiviati, non tornino ad essere depositi di scheletri. Insomma, voglia il buon Dio che con gli anni non vengano novelli barberini! Il libro verrà presentato il prossimo sabato 19 marzo, h 17, presso il salone dell’Istituto Benedetto XVI di via Raimondi di Crotone. Ne parleranno Mons. Domenico Graziani, Arcivescovo di Crotone – Santa Severina, Mons. Francesco Frandina già Vicario generale della stessa Diocesi, il prof. Giuseppe Squillace del Dipartimento Studi Umanistici dell’Università della Calabria e Giuseppe Caridi professore ordinario di Storia moderna nell’Università di Messina e presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, lo stesso Autore prof. Scalise e l’Editore Ursini. Il coordinamento dei lavori dell’incontro culturale sarà affidato al giornalista Virgilio Squillace.