Nei giorni scorsi, durante un incontro assieme agli amministratori di 15 comuni calabresi titolari di santuari mariani tenutosi a Conflenti nel Lametino, il Governatore Oliverio così si è espresso: “Ci sono luoghi nella nostra regione che durante l’anno raccolgono decine di migliaia di fedeli, la legge approvata dal consiglio regionale avvia la politica sul turismo religioso. Presenteremo entro marzo un progetto più generale anche d’intesa con la Conferenza episcopale e con i comuni, in coincidenza con l’anno giubilare. Puntiamo molto a valorizzare le opportunità offerte dal turismo religioso, ma anche quelle del turismo naturalistico e sportivo.” La legge regionale, della quale riferisce il Governatore, è la 36/2015 sulla valorizzazione e il potenziamento del turismo religioso e del sistema dei santuari mariani in Calabria. In buona sostanza l’obiettivo dichiarato da Oliverio è che “per fare il necessario salto di qualità e creare condizioni di crescita occorre valorizzare le nostre potenzialità e la vera sfida è nella capacità di allargare la nostra stagione turistica. In questa prospettiva il turismo religioso è una nicchia importante cui porre attenzione.”
Bene! Per raggiungere tale obiettivo si è scelto di puntare su alcuni santuari mariani presenti nella regione e che costituiscono grande polo di attrazione durante l’anno e non solo nei giorni dei rispettivi festeggiamenti. Già nel passato 2000, ben 15 comuni si erano associati nel Consorzio Calabria Giubileo 2000 al fine di attivare iniziative per sviluppare turismo. I Comuni erano e sono Conflenti (capofila), Dipignano, Gimigliano, Pentone, Seminara, Serra San Bruno, Feroleto Antico, Magisano, Vallelonga, Cerchiara di Calabria, San Sosti, Cittanova, Mileto, San Luca e Torre di Ruggero. Questi stessi comuni hanno rinnovato lo stare insieme attraverso il detto Consorzio per far conoscere al mondo le loro potenzialità turistiche e devozionali, oltre che storico-artistiche e paesaggistiche. Inspiegabilmente, però, a tale Consorzio promosso anche dalla Regione, mancano altri santuari che non sono da meno per origini storiche, per attrazione devozionale e turistica. Mi riferisco al santuario di Madonna d’Itria di Cirò Marina e della Vergine di Manipuglia di Crucoli, ma anche al famoso santuario della Madonna di Capocolonna nell’omonimo promontorio crotonese, addirittura quest’ultimo non è stato neanche designato come luogo giubilare con l’apertura della Porta Santa diversamente dagli altri due. E a ben osservare dall’elenco dei consorziati non v’è presente alcun sito mariano della Diocesi di Crotone – Santa Severina. Quale recondito motivo di tale dimenticanza, distrazione o indifferenza? Attendiamo gradito riscontro!
Una cosa di questo genere è un vero dispiacere perchè, secondo il nostro parere, i luoghi di culto e quindi anche di pregio storico ed artistico dovrebbero essere tutti riconosciuti e potenziati facendoli diventare parte del progetto di valorizzazione del turismo religioso. Anche perchè tutti possono contribuire al raggiungimento di questo obiettivo.