Dopo il blitz antiterrorismo di ieri (leggi notizia), che ha portato all’arresto del giovane marocchino Hamil Mehdi, in precedenza respinto dalla Turchia per motivi di sicurezza pubblica, la Polizia di Stato, diffonde i video inerenti l’attività investigativa effettuata dagli uomini della Digos nel corso di circa 7 mesi. Il tema dominante che scandisce le giornate e la vita del Mehdi, è costituito dalla consultazione sistematica e ripetuta in modo ossessivo di video di auto addestramento e che riproducono scenari di guerra nelle zone controllate dal “Daesh.”
Anche ieri, subito dopo l’arresto, appena giunto presso la Questura di Cosenza, il giovane compiva un gesto simbolico chiedendo un posto dove potersi lavare le mani e di poter pregare. I connotati salienti della personalità del Mehdi si rilevano anche dallo stringata dotazione al seguito per il viaggio che secondo le sue intenzioni doveva essere senza ritorno, erano un tappetino per la preghiera, (Musallah) il pantalone di una mimetica di combattimento ed una rivista dei fratelli musulmani contenente i comportamenti da tenere da un buon musulmano secondo il corano. Nei filmati che ossessivamente giornalmente visionava il Mehdi, si susseguono scene di auto addestramento sui quali campeggia l’immancabile a bandiera nera del califfato, nonchè decapitazioni, omicidi di massa con successive sepolture in fosse comuni attraverso l’impiego di una ruspa.
Particolarmente significative le immagini inerenti i preparativi del martirio di tale Abu Salem Addarawi il quale, comunica che il destino dei fratelli musulmani è quello della lotta armata e poi, con espressione particolarmente efficace, si fa collegare da un fratello i fili di una cintura esplosiva e, quando una voce fuori campo gli chiede se non gli faccia paura l’esplosivo, risponde che la cosa importante è quella di uccidere i nemici di Allah; mentre in una scena successiva lo stesso riferisce che: “ sta legando le chiavi del paradiso con le sue mani”.