Era la sera del 12 agosto 2015 quando, a seguito di richiesta di dei familiari che non ne avevano più notizie da un paio di giorni, veniva rinvenuto, all’interno dell’appartamento sito in via Ruffo, il cadavere di Pietro Scida, crotonese incensurato del 1966. Cruenta la scena che si è presentata agli uomini della Volante della Questura e dei Vigili del Fuoco di Crotone che, dopo avere aperto la porta dell’appartamento sito al terzo piano, hanno trovato supino, con il volto coperto, il corpo dell’uomo, disteso su una pozza di sangue. Sul posto, pertanto, sono intervenuti gli investigatori della Squadra Mobile ed il personale del Gabinetto di Polizia Scientifica, nonché il medico legale; acquisiti i primi elementi certi in base ai quali si poteva affermare con certezza che si trattava di un omicidio, veniva informato il P.M. di turno della Procura di Crotone che si portava immediatamente sul posto.
DUE FENDENTI AL COLLO – Si poteva, così, verificare che lo Scida, dopo avere subito un’aggressione, era stato attinto al collo da due fendenti inferti verosimilmente da una persona a lui nota, anche in considerazione del fatto che non erano presenti segni di effrazione; peraltro, l’arma utilizzata, un coltello da cucina con manico nero e lama di circa 15 cm, era stata lasciata inserita nella gola della vittima. Dopo l’aggressione, la parte superiore del corpo, che giaceva su una copiosa quantità di sangue, era stata coperta da più asciugamani e da una tovaglia da tavola. Acquisiti i primi elementi, venivano, così avviate ininterrotte attività investigative, accertandosi che poco dopo il fatto delittuoso, un soggetto di colore veniva ripreso dalle telecamere dei circuiti di videosorveglianza presenti in prossimità dell’abitazione della vittima, mentre si dirigeva a passo veloce e portando con se un borsone ed un sacchetto verso questo centro storico. Il medesimo individuo veniva poi ripreso nell’atto di disfarsi della busta in plastica in un cassonetto dell’immondizia, per poi riprendere il cammino in direzione dei vicoli centrali di Crotone.
I FILMATI – Seguendo i filmati delle telecamere, si potevano meglio acquisire dettagli anatomici, nonché individuare con certezza gli indumenti indossati dall’extracomunitario che, tuttavia, si dileguava nel centro città, in un quartiere popolato quasi esclusivamente da soggetti nigeriani. Le parallele attività di indagine, consentivano, comunque, di verificare che lo scorso mese di giugno, la vittima aveva avuto un litigio con un cittadino nigeriano, tale Ebuh Clement, del 1992, il quale aveva cercato insistentemente di accedere all’abitazione dello Scida Pietro, con il quale intratteneva un rapporto di frequentazione. A questo punto si poteva effettivamente verificare come Ebuh Clement fosse il medesimo individuo ripreso dalle telecamere poco dopo la commissione del delitto. Inoltre, si verificava che l’Ebuh, nella mattina di martedì 11 agosto, ossia quella successiva alla commissione dell’omicidio, si era recato presso una cooperativa sociale sita nel comune di Isola di Capo Rizzuto, presso la quale era titolare di alloggio in quanto richiedente protezione internazionale, per cambiarsi gli abiti ed allontanarsi senza farne più ritorno. La perquisizione esperita presso il posto letto dell’EBUH consentiva di recuperare, occultati tra il materasso e la rete del letto, la maglietta ed i bermuda indossati la sera dell’omicidio. Peraltro, l’analisi dei tabulati ha consentito di verificare come, proprio la sera del delitto, vi sia stato un contatto telefonico tra la vittima e l’indagato. Sulla scorta di quanto sopra venivano ulteriormente compulsate le attività di ricerca del nigeriano che è risultato irreperibile in questo centro. Tuttavia, una delle utenze in uso al medesimo ha agganciato il ponte sito a Como, proprio al confine con la Svizzera.
L’ARRESTO – Nel frattempo, gli elementi di indagine sono stati raccolti in una corposa comunicazione notizia di reato della Squadra Mobile della Questura alla P.M. titolare del fascicolo di indagine che, valutati gli elementi rassegnati ha emesso un fermo di indiziato di delitto a carico dell’Ebuh Clement, chiedendo, altresì al G.I.P. di Crotone l’emissione di Ordinanza di custodia Cautelare. Venivano, pertanto, avviati una serie di accertamenti ulteriori tramite il Servizio Centrale Operativo, il Servizio di Polizia Scientifica ed la Divisione Sirene del Servizio per Cooperazione Internazionale di Polizia di Roma, finalizzati al rintraccio dell’EBUH Clement, nonché con la Squadra Mobile della Questura di Como, la quale riusciva a verificare che, effettivamente, il menzionato ricercato aveva chiesto asilo presso una struttura di Chiasso (CH). Tale sinergica attività tra uffici periferici e centrali della Polizia di Stato, nonché tra gli uffici giudiziari competenti ha consentito, nella giornata di ieri 18 agosto 2015, il rintraccio dell’Ebuh Clement a Chiasso, dove veniva fermato dalla Polizia del Cantone, in attesa della trasmissione degli atti giudiziari emessi dall’A.G. di Crotone. Il nigeriano verrà, pertanto, trattenuto da quelle autorità in attesa che venga consegnato all’Autorità Giudiziaria italiana.