“Grandi disagi stanno subendo le popolazioni di Scandale e San Mauro Marchesato per la continua mancanza di acqua potabile, causata non per la carenza, ma semplicemente per le continue manomissioni e manovre illecite compiute da ignoti in un nodo idraulico nel comune di Roccabernarda” denuncia il sindaco di Scandale, Iginio Pingitore. Tutto questo è chiaramente dichiarato in una lettera che la Sorical il 22 luglio 2015 ha spedito ai comuni, alla Soakro e alla Prefettura. Praticamente l’acqua proveniente dalle montagne della Sila transita per alcuni paesi: Petilia Policastro e le sue frazioni, Roccabernarda, Scandale e San Mauro Marchesato, durante il percorso ben 48 litri al secondo rimangono nel comune del Tacina lasciando a secco le comunità di Scandale e San Mauro Marchesato. “Nonostante le denunce della Sorical, la Società acque crotonese se ne infischia, senza correre ai ripari” lamenta il primo cittadino.
I sindaci, Iginio Pingitore e Carmine Barbuto, congiuntamente sono sul piede di guerra di fronte ad una problematica così seria e nessuno vuole occuparsene. Un dramma che i primi cittadini non tollerano più, nonostante le diverse denunce. Tutti i giorni rischiano il linciaggio morale per colpa di chi con l’acqua potabile dovrà soddisfare gratuitamente l’esigenza dei propri orti e orticelli a discapito delle comunità di Scandale e San Mauro che nonostante tutto pagano per avere un servizio. Pingitore è da qualche tempo che denuncia l’inefficienza della Soakro, l’ultima della quale si è verificata in Località Foresta di Scandale che per una semplice perdita hanno tenuto la popolazione senz’acqua per ben 13 giorni. L’amministrazione di Scandale è stata costretta ad intervenire presso la Protezione civile con un autobotte. “La situazione è indecente e al di là delle condizioni di normalità in un paese che si dichiara civile – conclude Pingitore – degenera selvaggiamente giorno dopo giorno, nell’incuria degli addetti della Soakro, enti e aziende competenti, con rischi igienico-sanitari per adulti, anziani e bambini, oramai incapaci di sopportare ulteriormente quel che a tutti gli effetti si configura come una latenza generale”.