“30.000 cuori che lottano per avere una nuova SS106 sulla costa jonica calabrese, una strada che porti alla vita e porti vita: sviluppo, lavoro, turismo. 30.000 cuori stanchi e straziati di apprendere notizie di tragici incidenti sulla famigerata “strada della morte”, 30.000 cuori che non intendono scoraggiarsi e che si sono uniti in questa battaglia affinché qualcuno ascolti un urlo disperato: “basta vittime sulla strada statale 106!”. Non siamo carne da macello, siamo vite e vogliamo vita!”. È apparso in questi giorni il messaggio di ringraziamento di Daniela Giuranna, amministratrice insieme a Maria Chimenti, Tino Marino, Marco Parrilla e Fabio Pugliese (quest’ultimo ne è il fondatore), del Gruppo facebook “Basta vittime sulla SS106” l’organo ufficiale di informazione sui social network dell’Associazione omonima che ha superato le 30.000 adesione. Un risultato storico ed incredibile raggiunto in un anno da un gruppo che attraverso il web ha intrapreso una battaglia di civiltà che si pone un obiettivo molto chiaro: l’urgente e necessaria messa in sicurezza della S.S. 106 ed il suo ammodernamento.
Se è vero che un comportamento scorretto da parte degli automobilisti sulla strada aumenta i rischi allora è vero che se poi la strada é pericolosa come la S.S.106 perché mal concepita e soprattutto non manutenuta questi rischi aumentano in modo esponenziale e bisogna considerare, ed in questo bisogna essere realisti che è più difficile intervenire sui singoli comportamenti piuttosto che sulla strada sulla quale si può e si deve intervenire con interventi definitivi di ammodernamento e messa in sicurezza. Guard rail non a norma, segnaletica a volte contraddittoria e spesso non rispettabile nella pratica. I limiti di velocità di 30 km/h sono o dimenticati o messi per evitare future diatribe legali viste le condizioni del manto stradale. Incroci a raso continui, ponti dell’era fascista, linee continue per decine di km senza soluzione di continuità. Nessuna via di fuga, carreggiate al limite della praticabilità per una strada a doppio senso di marcia. E chi più ne ha più ne metta. I nostri politici assenti. E noi a piangere giovani vite spezzate. Quanti morti potevano e dovevano essere evitate attraverso l’impegno di tutti e soprattutto attraverso l’impegno di coloro che sono i responsabili della sicurezza delle strade statali?