La Polizia di Stato prosegue, senza soluzione di continuità, l’aggressione ai patrimoni illecitamente acquisiti da parte di soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta. Nella mattinata odierna, su disposizione del Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione, infatti, è stata data esecuzione all’ennesimo provvedimento di sequestro beni emesso nei confronti di Teodoro Crea cl. ’39, capo indiscusso dell’omonima consorteria criminale operante nella piana di Gioia Tauro. Il provvedimento ablatorio trae origine da una complessa e mirata attività investigativa di natura patrimoniale, svolta dalla locale Divisione Anticrimine nei confronti della cosca “Crea”, diretta ad accertare l’illiceità del patrimonio direttamente o indirettamente riconducibile alla stessa.
Il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione, con l’odierno provvedimento, ha disposto il sequestro dell’impresa individuale “Burzì Clementina” – attiva nel settore della coltivazione di frutti oleosi e agrumi e dell’allevamento di ovini e bovini – degli elementi presenti nel patrimonio aziendale e dei conti correnti. Le indagini patrimoniali, supportate dalla relazione degli amministratori giudiziari, hanno consentito di accertare che per la suddetta impresa, intestata alla moglie di Teodoro Crea cl. ‘39, nel corso del tempo sono stati sostenuti dei costi di notevole entità, del tutto in contrasto con le risorse economiche dichiarate dal nucleo familiare del boss di Rizziconi. Il sequestro a carico di Crea Teodoro fa seguito ad analoghi provvedimenti, eseguiti il 21 maggio e il successivo 13 giugno, nell’ambito dell’operazione “Feudo”, con la quale sono stati aggrediti i beni rientranti nella disponibilità dei principali esponenti della pericolosa cosca “Crea”, per un valore stimato di circa 6,3 milioni di euro. Il valore dei beni sequestrati ammonta a circa 3 milioni di euro.