Un messaggio inequivocabile quello andato in scena giovedi’ mattina presso l’Auditorium della Scuola Secondaria di Primo Grado G.T.Casopero di Cirò Marina con la commedia “Johnny il bullo”, per denunciare e condannare quello che si sta rivelando come una vera e propria piaga sociale: il bullismo. Proprio in occasione della manifestazione finale del Progetto sulla Legalita’ “Insegnare a crescere”, la riferente, professoressa Isabella Stasi, si e’ resa motrice di un’iniziativa potente e prodigiosa per il coinvolgimento e gli effetti prodotti, efficacemente coadiuvata dalla professoressa Marianna Pirillo e supportata dal preside prof. Mario Pugliese che, gioviale e paterno con gli allievi, si e’ espresso con dura fermezza contro il deplorevole fenomeno, sottolineando il peso della scuola nello stroncare sul nascere il bullismo. Spesso incomprensibilmente sottovalutato, e’ invece un flagello sociale con conseguenze a volte irreparabili sia per chi lo compie, che si trascina, anche per sempre, componenti antisociali, devianti e violenti e sia per chi lo subisce che rischia di rimanere inglobato in una permanente ed eccessiva insicurezza caratteriale, facilmente riversabile in varie forme di depressione fino anche, in casi estremi, al suicidio. Il bullismo nuoce a tutta la societa’ in una maniera devastante, alimentando l’aggressivita’ e la criminalita’.
Un paese civile non puo’ accettarlo. E’ un malessere sociale che scaturisce da un forte disagio relazionale che si manifesta prevalentemente tra adolescenti e che include purtroppo una vastissima gamma di coercizioni fisiche e morali, nei confronti di chi viene individuato come soggetto debole, finalizzata all’emarginazione ed alla vessazione sotto ogni forma. Causa primaria non solo la personalita’ ma anche i messaggi multimediali e soprattutto le relazioni con il proprio ambito familiare, specie i genitori. Ed e’ per esporre tutto questo ai propri allievi che la professoressa Stasi ha individuato un canale alternativo alla mera lezione in classe che i ragazzi, a volte, seguono svogliati distraendosi facilmente, coinvolgendoli attivamente e costruttivamente. Da donna di teatro (anche) essendo un’attrice di lungo corso della Compagnia Teatrale Krimisa, la prof. Stasi ha pensato bene di usare quest’arte come forma di disciplina rivolta alla sensibilizzazione del fenomeno. Esperimento pienamente riuscito, a giudicare dallo spettacolo sbalorditivo e toccante che ne e’ scaturito e dalla partecipazione emotiva dei mini attori coinvolti, tutti realmente bravi, che hanno pure cantato, suonato e ballato, in una coralita’ di grande impatto scenico.Nel messaggio di speranza che si e’ voluto lanciare a questi ragazzi, attraverso l’opera da loro rappresentata, Johnny, il protagonista bullo interpretato magistralmente da Dennis Cornicello, ha la possibilita’ di redimersi grazie all’interesse ed alla considerazione dei suoi compagni che, intuendo nelle cause delle sue prepotenze e della sua aggressivita’, un grande vuoto affettivo essendo egli orfano di entrambi i genitori, mettono in atto uno stratagemma provvidenziale ed efficace.
Johnny, dopo aver vessato un amichetto per farsi procurare una sigaretta, che infatti spesso e’ uno dei primi gradini nella scala di trasgressione di un bambino, effettua vari tentativi di accensione, quasi rendendosi conto di intraprendere una strada senza ritorno.Improvvisamente gli sembra di sentire la voce infantile della madre (in paradiso si torna bambini) che lo esorta a ripensare alle sue azioni e ad abbandonare la strada intrapresa dell’aggressivita’. La voce che lo guida in questo atto di redenzione e’ di un’amichetta del suo gruppo di compagni, che rappresenta metaforicamente la voce, purtroppo inesistente, di tutte quelle mamme che invece non intervengono, colpevolmente assenti nel ruolo di educatrici e guida dei propri figli, ma scelleratamente solerti ed ostinate quando si tratta di difenderli e di giustificarli di fronte a qualsiasi nefandezza commessa, nutrendo il seme della loro violenza attraverso la consapevolezza che per loro la punizione non scattera’ mai. L’arte, usata come valida disciplina contro il bullismo e come lezione di umilta’ e collaborazione senza prevaricazione. Una collaborazione spontanea e gratuita, dove ognuno fa la sua parte per una finalita’ comune come e’ d’uso anche nel teatro amatoriale.Molto significativa la scenografia che, in virtu’ del principio del sostegno collettivo, e’ stata altruisticamente montata dal coniuge della prof. Isabella Stasi, Piero Sculco, interrompendo la sua attivita’ lavorativa di impegnatissimo commercialista; ma d’altronde, come attore anch’egli, insieme alla moglie, della Compagnia Krimisa, e’ abituato a darsi da fare su tutti i fronti, secondo le necessita’.