“Continueremo a fare di tutto per bloccare le trivellazioni che il governo ha disposto a largo delle coste calabresi attraverso il decreto ‘Sblocca Italia’”. Lo affermano i parlamentari M5S Paolo Parentela, Dalila Nesci, e Federica Dieni dopo aver presentato un atto di sindacato ispettivo con cui chiedono al Primo Ministro Renzi “se ritenga opportuno che vengano portate avanti attività di prospezione, ricerca ed estrazione di idrocarburi e stoccaggio sotterraneo del gas nonostante la posizione contraria dei Comuni calabresi sui quali insiste l’area costiera a vocazione turistica, agricola ed ambientale con ecosistemi marini unici e di grande rilievo”. I parlamentari Cinque Stelle aggiungono: “Nel settembre 2014, durante il summit sul clima tenutosi a New York, Renzi si era impegnato a ridurre le emissioni di gas serra, sostenendo che l’Italia avrebbe puntato su energie da fonti rinnovabili. Il decreto ‘Sblocca Italia’, invece, va nel senso opposto. Non solo, rischia fortemente di compromettere la vocazione turistica delle coste calabresi e l’ecosistema del mediterraneo, il mare più inquinato al mondo dagli idrocarburi”.
L’area del permesso, estesa in un raggio di 63,13 Kmq, è immediatamente a ridosso della costa dei comuni di Trebisacce, Cassano allo Ionio, Rossano, Amendolara, Corigliano Calabro, Calopezzati, Villapiana, Albidona e Crosia. “La Calabria ha bisogno di scelte diverse, che arricchiscano il territorio e l’economia locale e non di mettere ulteriormente a rischio l’ambiente e l’economia reale del territorio. Le trivellazioni disposte nel mar ionio possono distruggere in un solo colpo agricoltura e turismo, ovvero le uniche cose che possono davvero rilanciare un territorio già devastato dalle scelte politiche passate”. I Cinque Stelle concludono: “Considerate le dichiarazioni del presidente Oliverio, sulla contrarietà alle trivellazioni in Calabria, lo invitiamo a rivolgersi ai parlamentari calabresi del suo stesso partito che hanno votato il decreto incostituzionale “Sblocca Italia””.