Una nave mercantile con un centinaio di migranti arriverà domani mattina nel porto di Corigliano Calabro, nel cosentino. Lo sbarco a Corigliano avverrà alla vigilia dell’approdo turistico programmato da Costa Crociere. La nave si fermerà ad un miglio dal porto e successivamente i mezzi della capitaneria di porto effettueranno il trasbordo dei migranti. La Prefettura di Cosenza sta coordinando le attività di soccorso e di accoglienza. Per l’arrivo dei migranti sono state allertate le forze dell’ordine, la Capitaneria di porto, il servizio 118, la protezione civile e le associazioni di volontariato.
Ma lo sbarco di Corigliano ha provocato anche la ferma reazione del sindaco di Corigliano, Giuseppe Geraci, che ha scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, al Ministro degli interni e degli Affari Esteri, al Prefetto e al Questore di Cosenza, al Presidente della Giunta regionale. “Per quello che ci riguarda, stiamo valutando la possibilità di non garantire come Comune nessuna assistenza a terra per le previste operazioni di sbarco e accoglienza dei migranti. Corigliano e la Sibaritide non sono assolutamente in grado di poter sopportare, da nessun punto di vista, ulteriori sbarchi di migranti”.
“È una situazione che abbiamo già spiegato – ha aggiunto Geraci – in occasione dei due precedenti sbarchi. Faccio appello a Mattarella e Renzi – ha detto ancora il sindaco di Corigliano Calabro – affinché intervengano con urgenza per prendere cognizione dell’emergenza assoluta nella quale versa questo territorio ed interrompere questa che è ormai diventata una spirale negativa, incontrollata ed ingestibile, destinata ad impoverire ed emarginare definitivamente la Calabria ionica”. “Da questo momento in poi – ha concluso – la città di Corigliano intraprenderà tutti le più forti azioni di protesta, in sinergia con i sindaci del territorio contro questa totale disattenzione delle istituzioni nazionali rispetto alle esigenze e ai bisogni delle popolazioni locali. Mi auguro, per l’ennesima volta, che sia dato ascolto a questo “estremo” grido di allarme e confido e auspico che quanto evidenziato sia tenuto nella debita considerazione. In caso contrario non escludo l’abbandono del mandato popolare con ogni conseguenza che ciò potrebbe comportare”.