E’ ormai giunto il tempo di tentare attivamente di inviare segnali verso le stelle nella speranza di stabilire un contatto con vite intelligenti aliene. È il messaggio lanciato dagli astrofisici americani dell’Istituto Seti (Search for Extraterrestrial Intelligence). “Per cinquant’anni abbiamo puntato i nostri radiotelescopi verso le stelle alla ricerca di tracce di altre civiltà, ma senza successo”, ha spiegato Douglas Vakoch, uno degli scienziati presenti alla conferenza annuale dell’American Society for the Advancement of Science (AAAS) riuniti questa settimana a San Jose in California. “Con il programma Active SETI, invertiremo il sistema, per assumere un ruolo attivo nel trasmettere potenti segnali ricchi di informazioni verso altri sistemi stellari relativamente vicini con pianeti potenzialmente abitabili. Un’altra corrente di pensiero è invece assolutamente contraria a questo approccio. Per Stephen Hawking, ad esempio, tentare questo tipo di trasmissioni è un comportamento “irresponsabile”. L’astrofisico britannico ha sottolineato che la storia umana fornisce numerosi esempi di incontri tragici per le civilizzazioni meno avanzate, come ad esempio nel caso di spagnoli ed inca.