La notizia della morte del prof. Jacques Guenot, ordinario di Geometria e a lungo Preside della Facoltà di Ingegneria e tra i fondatori dell’Unical, mi ha colpito come cittadino crotonese e come gia’ assessore alla Cultura del Comune di Crotone. Ho avuto la fortuna di conoscere Guenot negli anni in cui si tentava il riscatto culturale della nostra città attraverso il Premio internazionale di Pitagora, una causa che l’esimio professore aveva preso particolarmente a cuore. Guenot negli anni del Premio Pitagora ha instaurato con la nostra terra un legame profondo. Nella sua qualità di consulente scientifico Guenot e’ stato il motore propulsore di quel Premio. Il Prof. Guenot si è messo a disposizione della città di Pitagora gratuitamente. Come spesso succede in Calabria ha contribuito alla nascita del Premio, lo ha portato avanti, credendo fermamente in quel progetto che ruotava intorno a Pitagora, e di cui facevano parte anche il museo di Pitagora e Parco Pignera, e che avrebbe potuto proiettare Crotone a livello internazionale, disegnando un nuovo scenario di sviluppo, quello scientifico culturale. Mi dispiace pensare che il prof. Guenot se ne sia andato con l’amaro in bocca riguardo a questo. Mi piace ricordare della collaborazione del 2006, 2007 e 2008 piena di grandi uomini della cultura internazionale, eventi con il mondo della scuola, con la presenza del Prof. Franco Piperno, l’astrofisica Sandra Savaglio, Philippe Daverio, Chantal Jegues Wolkiewiez, astronoma ed archeologa francese, il musicista e musicologo Hans- Eberhard Dentler, noto per aver scoperto che la monumentale opera di Johann Sebastian Bach denominata “L’arte della fuga” nasce con l’intento di svelare al pubblico i fondamenti della filosofia pitagorica.
Come, anche, la partecipazione del Premio Pitagora alla 65 edizione del Festival internazionale del Cinema dove un cortometraggio su “Un dialogo Improbabile tra Pitagora, Budda e Confucio” curato dal Prof. Guenot è stato inserito nel programma ufficiale ed ha riscosso numeroso successo di pubblico. Ma oggi mi piacerebbe ricordarlo con il suo pensiero su Crotone, sull’idea di sviluppo legate al Premio e al museo di Pitagora: “A Crotone può nascere – diceva Guenot, in una delle sue ultime interviste- ad esempio, una struttura di altissimo rilievo culturale per la continuità e la crescita di un premio che non deve ridursi ad un’una tantum. Ma in questo noi siamo soli, così come il Comune non può gestire da solo un premio impegnativo come il Pitagora. Occorrerebbe una Fondazione, che può essere di due tipi: quello classico, con sponsor privati per la dotazione di un fondo patrimoniale ecc., o una Fondazione di partecipazione, del tipo di quelle fondate dai partiti per promuovere attività culturali. Una struttura del genere avrebbe il compito di gestire il Premio e di fungere da braccio operativo. Avevo pensato ad una scuola che si specializzasse nella comunicazione scientifica e culturale. I Quaderni di Pitagora vanno bene; ma poi, lasciati così, da soli… Anche il costruendo Museo Pitagora di Parco Pignera, a cura di uno studio di Trieste, potrebbe diventare un’opportunità per sperimentare forme innovative di comunicazione da impiegare poi nella realizzazione di mostre itineranti, un mercato in forte crescita.. Un know how che, tra l’altro, se ne torna su, mentre le competenze dovrebbero rimanere qui. Un museo, insomma, che diventasse un laboratorio d’idee: delle idee pitagoriche nel loro cammino di 25 secoli. Tutto questo, collegato a livello internazionale, è meglio di un’Università”. Peccato tutto questo a Crotone sia rimasto lettera morta.
Dr. Giovanni Capocasale
Già assessore alla cultura del Comune di Crotone